Quest'oggi il mio essere ha compiuto un passo importante per il mio codice morale, rigettando in ogni forma qualsiasi teoria su un eventuale divinità ho deciso di richiedere la cancellazione dei sacramenti alla Chiesa, utilizzando un modulo prestampato dell'UAAR.
Non è lo scopo di questo post il sottolineare quali motivi mi spingono, quanto il fatto che io ne abbia parlato con mio padre, per sentirmi dire qualcosa tipo "Sono solo palle, se uno non va in chiesa e non dà soldi non è necessario che chieda l'annullamento".
Di questo volevo parlare, della politica di menefreghismo generalizzato dell'italianetto, il pensiero che nulla mai può cambiare.
Se ognuno di quelli che non crede ad esempio facesse come me, milioni di persone in pochi giorni sparirebbero dai registri della Chiesa, come se tutti gli studenti che non son d'accordo protestassero contro la riforma, milioni di persone sarebbero in piazza.
Protestate ma non agite? Siete convinti di essere zero? Se siete vessati la colpa è di una sola persona, la potete vedere guardandovi allo specchio.
mercoledì 22 dicembre 2010
sabato 18 dicembre 2010
Dittatura lego
Chi non ha mai giocato con i lego? Quei simpatici quadrotti a incastro combinato? Fantastici vero? Da quelli semplici da bambini, a quelli complessi che creano meccanismi interessanti.
Una volta che i processi elementari di costruzione sono appresi, ecco che si passa a quelli più complessi, da un muro a una casa, poi i buchi delle finestre, poi un piano in più, poi il tetto, fino a giungere a un castello gigantesco dalle molteplici stanze e una torre altissima centrale.
Così funziona la politica, l'Italia in primis.
Un substrato di bassa cultura instaurato e lavorato con 150 anni di disparità tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri, tra dotti e ignoranti; insomma le ideali mattonelle basse e larghe su cui basare la costruzione.
Aggiungiamo il lavoro sottopagato e sfruttato, ovvero dei solidi mattoni grigi per creare i muri portanti
Montiamo la struttura generale del castello, un insieme di mattoni poco significativi di persone dalla mente arretrata e dalla morale cristiana permanente.
Rifiniamo i dettagli con dei decori e delle greche, il clima di paura creato dai media.
Inseriamo la torre centrale, ovvero il governo, in posizione intoccabile e strategica.
Mancava solo una cosa, la bandierina della dittatura, e il fantomatico costruttore la sta già prendendo in mano per completare la torre del governo.
Cadranno i muri portanti? O solo quelli secondari? Si smuoverà la base oppure lasceremo che il triangolino rosso svetti su tutti noi?
Una volta che i processi elementari di costruzione sono appresi, ecco che si passa a quelli più complessi, da un muro a una casa, poi i buchi delle finestre, poi un piano in più, poi il tetto, fino a giungere a un castello gigantesco dalle molteplici stanze e una torre altissima centrale.
Così funziona la politica, l'Italia in primis.
Un substrato di bassa cultura instaurato e lavorato con 150 anni di disparità tra Nord e Sud, tra ricchi e poveri, tra dotti e ignoranti; insomma le ideali mattonelle basse e larghe su cui basare la costruzione.
Aggiungiamo il lavoro sottopagato e sfruttato, ovvero dei solidi mattoni grigi per creare i muri portanti
Montiamo la struttura generale del castello, un insieme di mattoni poco significativi di persone dalla mente arretrata e dalla morale cristiana permanente.
Rifiniamo i dettagli con dei decori e delle greche, il clima di paura creato dai media.
Inseriamo la torre centrale, ovvero il governo, in posizione intoccabile e strategica.
Mancava solo una cosa, la bandierina della dittatura, e il fantomatico costruttore la sta già prendendo in mano per completare la torre del governo.
Cadranno i muri portanti? O solo quelli secondari? Si smuoverà la base oppure lasceremo che il triangolino rosso svetti su tutti noi?
martedì 14 dicembre 2010
Italia, 14/12/2010
http://download.repubblica.it/pdf/diario/071106.pdf
Riporto per intero un vecchio articolo di Repubblica, dove tante cose sono scritte. E non posso scrivere altro, dato che costituisce una serie di reati tra cui capeggiano apologia di reato e istigazione a delinquere.
Ma il sunto di quel che voglio esprimere lo diceva Thomas Jefferson:
L'albero della libertà deve essere rinvigorito di tanto in tanto con il sangue dei patrioti e dei tiranni. Esso ne rappresenta il concime naturale. (da una lettera a William Stevens Smith, 13 novembre 1787)
Riporto per intero un vecchio articolo di Repubblica, dove tante cose sono scritte. E non posso scrivere altro, dato che costituisce una serie di reati tra cui capeggiano apologia di reato e istigazione a delinquere.
Ma il sunto di quel che voglio esprimere lo diceva Thomas Jefferson:
L'albero della libertà deve essere rinvigorito di tanto in tanto con il sangue dei patrioti e dei tiranni. Esso ne rappresenta il concime naturale. (da una lettera a William Stevens Smith, 13 novembre 1787)
domenica 12 dicembre 2010
Timothy Leary, where are you now
"Un'esperienza psichedelica è un viaggio verso nuovi reami di coscienza.
La dimensione ed il contenuto dell'esperienza non hanno limiti, ed i suoi connotati caratteristici sono la trascendenza dei concetti verbali, delle dimensioni spazio-temporali e dell'ego o identità. Tali esperienze di coscienza espansa possono verificarsi in una varietà di modi: deprivazione sensoriale, esercizi yoga, meditazione disciplinata, estasi estetica o religiosa, oppure spontaneamente. Più recentemente sono diventate accessibili a tutti tramite l'ingestione di droghe psichedeliche quali psilocybina, mescalina, DMT, ecc. Chiaramente, non è la droga a produrre l'esperienza trascendentale. Essa funge solamente come chiave chimica - apre la mente, libera il sistema nervoso dagli schemi e dalle sue strutture ordinarie."
Saliva, tanta saliva. E luci, lucibluverdigialleroseeee. Solo molecole, aggregati di molecole al mio cospetto. Sanno di Dio.
Rami da me all'universo, espansi, espansi. Bipercezione nulla.
Migliaia di anni di ricerca, quando basta partire dalla chimica.
martedì 30 novembre 2010
L'impotenza di una destra alternativa
Sono momenti di indecisione per le persone che non si definiscono "di sinistra" ma che posseggono ancora una mente autonoma.
Ma cos'è la destra? Ci sono così tante correnti di pensiero che una definizione ufficiale e certificata politologicamente è impossibile, quindi proverò a definire una mia teoria esule da influenze partitiche e limpida come la politica non può essere, uno schema di "destra illuminata" che forse non sarà così umanitario, così condivisibile, ma che spiega bene o male una via alternativa all'odierna feccia pseudodestroide.
Premetto che è un'idea separata da qualsiasi terreno standard, e quindi dall'umana natura tendente alla cupidigia monetaria e di potere.
-Legalità: punto fondamentale, senza legalità e ordine la popolazione è allo sbaraglio. La libertà è poter fare quel che si vuole nei limiti della legge, sottolineando che nessun comportamento è ritenuto illegale se non è dannoso per gli altri individui.
-Rigore: nessun trucco, nessun inganno, quel che si dice è quel che è, e ogni azione va mostrata nei minimi suoi termini per esser limpida (correlato al punto legalità).
-Oligarchia: la democrazia non è un governo ottimale, poichè la decisione di una maggioranza non sempre è quella che più giova a uno Stato, anzi spesso è il contrario in quanto la popolazione raramente è informata sui massimi sistemi di una nazione. Si propone quindi un'oligarchia illuminata, composta dai massimi esponenti della conoscenza dei vari campi, in modo che abbiano la competenza massima di poter decidere per i cittadini.
-Severità: se si pone che gli oligarchi abbiano preso la migliore decisione possibile, ogni trasgressione alla decisione è punita con assoluta severità per tutelare l'ordine.
-Laicità: ogni bene che in precedenza possiede qualsiasi tipo di culto viene confiscato e passa sotto l'amministrazione della nazione, che ne usufruirà come meglio ritiene, preservando comunque edifici adibiti al culto qualsiasi.
-Famiglia: rimosso il normale concetto cristiano di famiglia e riconsiderato come minimo nucleo sociale composto da due o più individui qualsiasi.
In massima, senza concernere il troppo specifico, questa è l'idea, condivisibile o meno, ma ai miei occhi brillante e irriverente.
Questa, come tante altre possibili teorie di una destra alternativa, sono impotenti quando esistono fazioni politiche, in quanto si punta al circuire l'elettore, e non a mostrare un programma ben delineato e chiaro.
E giustamente può accadere che sebbene si stia ufficialmente dalla stessa "parte" politica (come se effettivamente esistessero davvero destra e sinistra del mondo) ci siano forti contrasti.
Prendiamo come esempio l'Italia, viene facile capire come una purtroppo minima parte di autodefinitesi destristi siano contrari all'attuale governo. Essi però non hanno alcun modo di esser presi in considerazione, vengono rinnegati dalla destra governativa e sono costretti ad appoggiarsi a gruppi di sinistra al fine di avere una voce in capitolo.
Ecco la fine che un destrista fa quando ha idee differenti, diventa di sinistra.
Ma cos'è la destra? Ci sono così tante correnti di pensiero che una definizione ufficiale e certificata politologicamente è impossibile, quindi proverò a definire una mia teoria esule da influenze partitiche e limpida come la politica non può essere, uno schema di "destra illuminata" che forse non sarà così umanitario, così condivisibile, ma che spiega bene o male una via alternativa all'odierna feccia pseudodestroide.
Premetto che è un'idea separata da qualsiasi terreno standard, e quindi dall'umana natura tendente alla cupidigia monetaria e di potere.
-Legalità: punto fondamentale, senza legalità e ordine la popolazione è allo sbaraglio. La libertà è poter fare quel che si vuole nei limiti della legge, sottolineando che nessun comportamento è ritenuto illegale se non è dannoso per gli altri individui.
-Rigore: nessun trucco, nessun inganno, quel che si dice è quel che è, e ogni azione va mostrata nei minimi suoi termini per esser limpida (correlato al punto legalità).
-Oligarchia: la democrazia non è un governo ottimale, poichè la decisione di una maggioranza non sempre è quella che più giova a uno Stato, anzi spesso è il contrario in quanto la popolazione raramente è informata sui massimi sistemi di una nazione. Si propone quindi un'oligarchia illuminata, composta dai massimi esponenti della conoscenza dei vari campi, in modo che abbiano la competenza massima di poter decidere per i cittadini.
-Severità: se si pone che gli oligarchi abbiano preso la migliore decisione possibile, ogni trasgressione alla decisione è punita con assoluta severità per tutelare l'ordine.
-Laicità: ogni bene che in precedenza possiede qualsiasi tipo di culto viene confiscato e passa sotto l'amministrazione della nazione, che ne usufruirà come meglio ritiene, preservando comunque edifici adibiti al culto qualsiasi.
-Famiglia: rimosso il normale concetto cristiano di famiglia e riconsiderato come minimo nucleo sociale composto da due o più individui qualsiasi.
In massima, senza concernere il troppo specifico, questa è l'idea, condivisibile o meno, ma ai miei occhi brillante e irriverente.
Questa, come tante altre possibili teorie di una destra alternativa, sono impotenti quando esistono fazioni politiche, in quanto si punta al circuire l'elettore, e non a mostrare un programma ben delineato e chiaro.
E giustamente può accadere che sebbene si stia ufficialmente dalla stessa "parte" politica (come se effettivamente esistessero davvero destra e sinistra del mondo) ci siano forti contrasti.
Prendiamo come esempio l'Italia, viene facile capire come una purtroppo minima parte di autodefinitesi destristi siano contrari all'attuale governo. Essi però non hanno alcun modo di esser presi in considerazione, vengono rinnegati dalla destra governativa e sono costretti ad appoggiarsi a gruppi di sinistra al fine di avere una voce in capitolo.
Ecco la fine che un destrista fa quando ha idee differenti, diventa di sinistra.
La Sezione Aurea
Momento di cultura in cui non potevo far migliori riferimenti se non postando questo link
http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
mercoledì 24 novembre 2010
Toh una poesia sul giornale...
Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo
(Anne Sexton)
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo
(Anne Sexton)
lunedì 22 novembre 2010
Storia di un pesco
In un giardino pieno di alberi di pesco grandi e rigogliosi, da un frutto rotolato a ridosso della staccionata nacque un piccolo alberello.
Col passare del tempo, mentre i suoi fratelli cresceano sani e forti, egli era oscurato dall'ombra della staccionata, per cui crebbe striminzito, emetteva solamente poche foglie e mai frutti.
Vide questo misero pesco una pianta di ciliegie poco al di là della staccionata che era stata piantata in una terra povera, e quindi rischiava di crescere male come lui, e fu affranto nel sapere che anche ad altri toccava la sua sorte.
Giunse un dì un giardiniere al di là della staccionata, mescolò la terra con nuovo umus, e si prese cura di quella piantina finchè non cominciò anch'essa a crescere rigogliosa.
Il pesco allora si fece forza, e ogni giorno pazientemente aspettò il suo giardiniere per poter crescere anch'esso. Ma il tempo passava, e nessuno giungeva, i rami si facevano sempre più secchi e le foglie stanche.
Ormai giunto al limite della sua esistenza, vide passare un vecchio nel giardino, che passeggiava osservando quali pesche raccogliere. Il vecchio vide il piccolo pesco, si avvicinò ad esso, e strappò senza esitazione i suoi rami lasciandolo poco più che uno stelo verticale.
-Perchè torturi proprio me, o uomo crudele, che già tanto ho patito nella vita?- urlò il pesco.
-Vi sono due modi per veder una pianta vivere, darle amore oppure potarla quando ne ha bisogno. A te mai amore è stato donato, quindi non puoi che scegliere l'altra via- sussurrò l'umano.
Col passare del tempo, mentre i suoi fratelli cresceano sani e forti, egli era oscurato dall'ombra della staccionata, per cui crebbe striminzito, emetteva solamente poche foglie e mai frutti.
Vide questo misero pesco una pianta di ciliegie poco al di là della staccionata che era stata piantata in una terra povera, e quindi rischiava di crescere male come lui, e fu affranto nel sapere che anche ad altri toccava la sua sorte.
Giunse un dì un giardiniere al di là della staccionata, mescolò la terra con nuovo umus, e si prese cura di quella piantina finchè non cominciò anch'essa a crescere rigogliosa.
Il pesco allora si fece forza, e ogni giorno pazientemente aspettò il suo giardiniere per poter crescere anch'esso. Ma il tempo passava, e nessuno giungeva, i rami si facevano sempre più secchi e le foglie stanche.
Ormai giunto al limite della sua esistenza, vide passare un vecchio nel giardino, che passeggiava osservando quali pesche raccogliere. Il vecchio vide il piccolo pesco, si avvicinò ad esso, e strappò senza esitazione i suoi rami lasciandolo poco più che uno stelo verticale.
-Perchè torturi proprio me, o uomo crudele, che già tanto ho patito nella vita?- urlò il pesco.
-Vi sono due modi per veder una pianta vivere, darle amore oppure potarla quando ne ha bisogno. A te mai amore è stato donato, quindi non puoi che scegliere l'altra via- sussurrò l'umano.
sabato 20 novembre 2010
Ma in fondo, è colpa nostra...
Quando l'ispirazione manca è un bel problema, ne stavo giusto riflettendo un momento fa, poi imporovvisamente son stato bombardato da una rivelazione correlata a una femminea discussione.
Let's go:
Tutti gli uomini parlano di mistiche entità femminee con i genitali composti dai più svariati materiali, dal legno all'oro, indicando in ogni caso una femmina che approfitta del proprio status di donna per attuare comportamenti fastidiosi di vario genere.
Si ipotizza che sian viziate, o che sia frutto dell'emancipazione. Trasversalmente vero, ma non è il punto focale.
La colpa? Di noi ometti naturalmente, così bramosi del materiale legnoso od aureo che loro posseggono da permetter che il loro atteggiamento sia strafottente e ignobile.
Pensiamo a fondo, se quando tradiscono noi le abbandonassimo diffondendo il verbo della loro meretricità, potrebbero giustificarsi tra di loro, ma nessun uomo ci andrebbe assieme.
Se piuttosto che subire soprannomi umilianti (in pubblico, le tenerezze in privato va bene) ci impuntassimo dicendo che non ne vogliam sapere, non ce li darebbero.
Se quando ci dicono quel che dovremo indossare/dire/fare noi le dicessimo "o ti va bene così, o quella è la porta", non lo farebbero.
Crudele è un discorso del genere, ma ho sempre sostenuto l'onanismo piuttosto che l'infelicità.
Let's go:
Tutti gli uomini parlano di mistiche entità femminee con i genitali composti dai più svariati materiali, dal legno all'oro, indicando in ogni caso una femmina che approfitta del proprio status di donna per attuare comportamenti fastidiosi di vario genere.
Si ipotizza che sian viziate, o che sia frutto dell'emancipazione. Trasversalmente vero, ma non è il punto focale.
La colpa? Di noi ometti naturalmente, così bramosi del materiale legnoso od aureo che loro posseggono da permetter che il loro atteggiamento sia strafottente e ignobile.
Pensiamo a fondo, se quando tradiscono noi le abbandonassimo diffondendo il verbo della loro meretricità, potrebbero giustificarsi tra di loro, ma nessun uomo ci andrebbe assieme.
Se piuttosto che subire soprannomi umilianti (in pubblico, le tenerezze in privato va bene) ci impuntassimo dicendo che non ne vogliam sapere, non ce li darebbero.
Se quando ci dicono quel che dovremo indossare/dire/fare noi le dicessimo "o ti va bene così, o quella è la porta", non lo farebbero.
Crudele è un discorso del genere, ma ho sempre sostenuto l'onanismo piuttosto che l'infelicità.
venerdì 19 novembre 2010
Questioni di importanza
Per quanto si possa tentare di evitarlo, non ci possiamo esimere al 100% di dare importanza a cose e persone, nemmeno col massimo impegno.
Inevitabile se si vive è di rapportarsi con qualcos'altro, o qualcun altro, e quindi creare delle situazioni in cui una qualche sorta di legame accresce il suo valore. Che sia un oggetto prezioso, un lavoro d'impegno, o una persona piacevole, se si continua a trarre piacere da questi inevitabilmente ne si diventa in minima parte succubi, e quindi deboli su quel fronte.
Non è la prima guerra mondiale, non è un combattimento in trincea, dal 1938 esiste la guerra di movimento, e quando i fronti sono mobili la loro fragilità è manna per il nemico.
Insegnan i buoni strateghi che non è così importante se un fronte minore viene preso, quanto che i punti focali rimangano ben protetti.
Inevitabile se si vive è di rapportarsi con qualcos'altro, o qualcun altro, e quindi creare delle situazioni in cui una qualche sorta di legame accresce il suo valore. Che sia un oggetto prezioso, un lavoro d'impegno, o una persona piacevole, se si continua a trarre piacere da questi inevitabilmente ne si diventa in minima parte succubi, e quindi deboli su quel fronte.
Non è la prima guerra mondiale, non è un combattimento in trincea, dal 1938 esiste la guerra di movimento, e quando i fronti sono mobili la loro fragilità è manna per il nemico.
Insegnan i buoni strateghi che non è così importante se un fronte minore viene preso, quanto che i punti focali rimangano ben protetti.
domenica 14 novembre 2010
Alcool vs Me 01
Eran circa le 20.30 quando la parola Bowling venne alle mie orecchie digitali, e la sensazione che provai fu circa quella di uno schiaffo con la mano piena di guano.
Dio, io adorerei il bowling se non ci fosse nessuno, e se in silenzio io potessi concedermi il lusso di far rotolare quelle pesanti sfere fino ai birilli, ma la muta di peggiopersone presenti, insomma la sagra del tamarro, mi fanno rigetto esistenziale.
Indi soluzione B, meglio routine che disgusto in una giornata che non va.
2 Limon, A@ucar, Cafè y Pampero; un Brasilian Night e uno Jagermeister.
Sarà che quel che ho bevuto mi piaceva tanto, ma quel che è sorto è stata una percezione allegra, insolita nei miei stati alterati, e via immergersi nella sagra dell'amore spoilerato con l'impermeabile di alcool.
Dissi a una persona che si stava fossilizzando, mi diede ragione, e alla mezza andò a casa a diventare un trilobita.
Insomma, quella corda di canapa non è neanche servita.
Dio, io adorerei il bowling se non ci fosse nessuno, e se in silenzio io potessi concedermi il lusso di far rotolare quelle pesanti sfere fino ai birilli, ma la muta di peggiopersone presenti, insomma la sagra del tamarro, mi fanno rigetto esistenziale.
Indi soluzione B, meglio routine che disgusto in una giornata che non va.
2 Limon, A@ucar, Cafè y Pampero; un Brasilian Night e uno Jagermeister.
Sarà che quel che ho bevuto mi piaceva tanto, ma quel che è sorto è stata una percezione allegra, insolita nei miei stati alterati, e via immergersi nella sagra dell'amore spoilerato con l'impermeabile di alcool.
Dissi a una persona che si stava fossilizzando, mi diede ragione, e alla mezza andò a casa a diventare un trilobita.
Insomma, quella corda di canapa non è neanche servita.
lunedì 8 novembre 2010
Bore
[...]in fondo, per capire la mia esatta direzione mentale, basta sostituire a tutte le parole che fan riferimento a sentimenti la parola NOIA [...]
martedì 2 novembre 2010
Apologia della donna-pesce
Era la Giocafossano di un paio d'anni fa, era sera. Io Gott e Simo eravam distesi sulla mia coperta militare in mezzo all'erba, ubriachi di Duchesse du Borgogne e in preda a fumarci un signor sigaro Garibaldi. fu così che Gott mi disse "Hey Ozzy, ma secondo te è meglio la sirenetta classica o una donna con il busto di pesce e le gambe di una donna?". Alche ci pensai, e a breve risposi "Io voto per la donna-pesce" scatenando l'ilarità generale.
Risorge oggi nell'aula 4 di Palazzo Campana a Torino tal discorso, e allora via, al supporto delle mie teorie:
-Futurama docet, non si può copulare con la sirenetta mentre una donna pesce è provvista dei consoni pertugi.
-La donna-pesce è muta, e può esprimersi solamente a gesti.
-Con la donna-pesce si può formare una famiglia.
-La donna-pesce ha una locomozione autonoma invece di strisciare sporcando casa.
-La donna-pesce batte il cinque benissimo con le pinne.
-La donna pesce eccelle data la sua locomozione nelle faccende di casa, e se mette i piatti da lavare più metter la testa nel lavandino per piluccare gli avanzi.
-La donna-pesce mangia poco e in maniera economica dato il suo apparato digerente, ma avendo il colon come un'umana espelle pochissimo data la sua alimentazione.
-La donna-pesce non ti chiederà mai di capire i suoi occhi o il suo viso, non è in grado di utilizzare i muscoli facciali.
-La donna-pesce difficilmente troverà qualcuno con cui tradirti.
-Non importa quanto sia grosso il tuo pene, la donna-pesce non è mai sazia di vermi.
-Non devi comprare gioielli alla donna-pesce, non le stanno addosso.
-Puoi avere il letto tutto per te dopo il sesso, la donna-pesce dorme nella vasca da bagno.
c.v.d.
Risorge oggi nell'aula 4 di Palazzo Campana a Torino tal discorso, e allora via, al supporto delle mie teorie:
-Futurama docet, non si può copulare con la sirenetta mentre una donna pesce è provvista dei consoni pertugi.
-La donna-pesce è muta, e può esprimersi solamente a gesti.
-Con la donna-pesce si può formare una famiglia.
-La donna-pesce ha una locomozione autonoma invece di strisciare sporcando casa.
-La donna-pesce batte il cinque benissimo con le pinne.
-La donna pesce eccelle data la sua locomozione nelle faccende di casa, e se mette i piatti da lavare più metter la testa nel lavandino per piluccare gli avanzi.
-La donna-pesce mangia poco e in maniera economica dato il suo apparato digerente, ma avendo il colon come un'umana espelle pochissimo data la sua alimentazione.
-La donna-pesce non ti chiederà mai di capire i suoi occhi o il suo viso, non è in grado di utilizzare i muscoli facciali.
-La donna-pesce difficilmente troverà qualcuno con cui tradirti.
-Non importa quanto sia grosso il tuo pene, la donna-pesce non è mai sazia di vermi.
-Non devi comprare gioielli alla donna-pesce, non le stanno addosso.
-Puoi avere il letto tutto per te dopo il sesso, la donna-pesce dorme nella vasca da bagno.
c.v.d.
venerdì 22 ottobre 2010
Split my skin, fuck my wounds
Desecrate the Inner Sanctum in which I hide
Drag me through the mud, blind my whitening eyes
That I may see darkness in the tunnels ov light
Pain I cannot deny
As I rot in this empty shell
Swamped in disaffection
Introducing to my newborn hell
Be it not so!
Thou shall see me not in agony
Failure was and is no option
'Tis my undying self
The ever wandering son ov the morn
Abandoned, yet never to be conquered
I never mourn, I never look back as long as Thy phosphoric rays
Grant me more pleasure than pain
I, who is evil can receive no good
Though I still crave, I'm yearning for
Thy healing touch ov grace...
Pain is timeless
When I question the laws ov god
Drowned in everlasting confusion
Caress my hate against the mob
Be it not so!
Thou shall see me not in agony
Failure was and is no option
'Tis my undying self
The ever wandering son ov the morn
Abandoned, yet never to be conquered
The opponent!
My life's work is complete...
Vi son giorni del genere, tanto spesso in fondo. Come se un abile chirurgo avesse sfilato le mie vene dal loro posto con minuziosa precisione e le stesse usando per dirigermi come una marionetta. Ma non pare far così male. Forse è l'Ego quel che si ribella ancora, quel poco che resta di quella magnificente statua imperiosa, ridotta ora a misere macerie bagnate dal fango.
Come qui scrivo, mi sembra di essere il Narratore della mia storia, e non il protagonista, insomma un veicolo, un tramite verso la conclusione stessa. Capisco quel che i morti de "La Maledizione della Prima Luna" dicevano: il cibo non ha sapore, in vino è pari alla cenere, e le donne niente più che bambole belle da osservare.
Stato interessante sembra la non morte, uno stato di passaggio verso il nulla, nè il piacere della vita, ne la pace della morte, solo tanta tanta amarezza nel più splendido dei sorrisi.
L'uomo in bicicletta
Drin! Drin! Il campanello della bicicletta suonava ripetutamente, riempiendo l'aere di un piacevole squillo che ricordava i bei secoli andati, la rivoluzione industriale, la Londra del 1700.
Presa la velocità giusta, la marcia dura nemmeno si sentiva più, e l'aria temperata del mattino di una calda stagione rinvigoriva la pelle ancora stanca dalla notte.
Era una bicicletta un po' vecchia, di un color verde scuro, e sulla carena portava la scritta bianca ancora intatta Bianchi. Aveva un lucido campanello color argento. e un arcuato manubrio della stessa tinta con due pomelli di plastica panna ove poggiar le mani. Nel retro, un portapacchi a molla. La dinamo era rotta portroppo, ma era parte della bicicletta, quindi non si era mai voluto smontarla.
Si sfrecciava veloci tra la folla, quasi altolocati dal possesso di tal sublime mezzo, sorridendo ai miseri passanti appiedati e alle vetture imbottigliate nel traffico.
Sembrava il viaggio perfetto, fino a che non si pose nel tragitto un cantiere, costringendo a pedalare a rilento con inserita la marcia dura. Come se non bastasse il passagio tra le reti di protezione era stretto, e più volte si ferì per passare. Un ferro sporgente infilzò lievemente il costato, e qualche goccia di sangue sporcò la camicia.
Superato l'ostacolo riprese il viaggio, un po' provato, percependo che sebbene la strada fosse ancora poca sarebbe stata la peggiore. Ormai le gambe non reggevano più, e gli ultimo miglio dovette farlo a piedi portando la bicicletta a mano.
Giunse alla sua destinazione, un magnifico cimitero monumentale di fattura gotica, passò il cancello di ferro battuto e camminò fra le lapidi, finchè non vide il proprio nome su una stele di marmo bianco. Si sedette sull'erba, tirò un respiro di sollievo, e si accasciò sorridente sul morbido letto verde, addormentandosi in un sonno eterno.
La tomba recava la scritta "E' tornato il pescatore dal mare, il cacciatore dalle colline" E.Hemingway
Presa la velocità giusta, la marcia dura nemmeno si sentiva più, e l'aria temperata del mattino di una calda stagione rinvigoriva la pelle ancora stanca dalla notte.
Era una bicicletta un po' vecchia, di un color verde scuro, e sulla carena portava la scritta bianca ancora intatta Bianchi. Aveva un lucido campanello color argento. e un arcuato manubrio della stessa tinta con due pomelli di plastica panna ove poggiar le mani. Nel retro, un portapacchi a molla. La dinamo era rotta portroppo, ma era parte della bicicletta, quindi non si era mai voluto smontarla.
Si sfrecciava veloci tra la folla, quasi altolocati dal possesso di tal sublime mezzo, sorridendo ai miseri passanti appiedati e alle vetture imbottigliate nel traffico.
Sembrava il viaggio perfetto, fino a che non si pose nel tragitto un cantiere, costringendo a pedalare a rilento con inserita la marcia dura. Come se non bastasse il passagio tra le reti di protezione era stretto, e più volte si ferì per passare. Un ferro sporgente infilzò lievemente il costato, e qualche goccia di sangue sporcò la camicia.
Superato l'ostacolo riprese il viaggio, un po' provato, percependo che sebbene la strada fosse ancora poca sarebbe stata la peggiore. Ormai le gambe non reggevano più, e gli ultimo miglio dovette farlo a piedi portando la bicicletta a mano.
Giunse alla sua destinazione, un magnifico cimitero monumentale di fattura gotica, passò il cancello di ferro battuto e camminò fra le lapidi, finchè non vide il proprio nome su una stele di marmo bianco. Si sedette sull'erba, tirò un respiro di sollievo, e si accasciò sorridente sul morbido letto verde, addormentandosi in un sonno eterno.
La tomba recava la scritta "E' tornato il pescatore dal mare, il cacciatore dalle colline" E.Hemingway
mercoledì 13 ottobre 2010
Disinformazione da ego
Vi sono numerosi dipi di disinformazione, noi italiani lo sappiamo bene guardando regolarmente i media, ma vi è un'altra disinformazione, più subdola e con scopi più abietti.
Poniamo che una persona su venti sia considerata competente in un ambito, e di conseguenza le altre 19 non essendo competenti ricevendo informazioni dall'Uno non potranno che acquisirle come esatte.
Questi 19, per contro, pensando di ricevere informazioni esatte, le divulgano ad almeno altrettanti come loro e via dicendo fino all'esaurimento dei rapporti umani, un vero e proprio network di errore.
Ma se per caso la considerazione di competenza non corrisponde alla realtà dei fatti? Se l'informazione è errata? O peggio, se il primo informatore divulga informazioni a catena per apparire come lo si considera senza però averne la competenza?
Naturalmente è entropia crescente, confuso cozzare di teste.
Occorrerà la fortuna di incontrare nei 19^n un altro competente che dovrà necessariamente tentare di ristabilire l'ordine, peraltro con serie difficoltà data la permanenza della precedente informazione.
Nel moderno mondo dell'informazione, quale posto trova il disinformatore da ego se non il lindalatrine?
Poniamo che una persona su venti sia considerata competente in un ambito, e di conseguenza le altre 19 non essendo competenti ricevendo informazioni dall'Uno non potranno che acquisirle come esatte.
Questi 19, per contro, pensando di ricevere informazioni esatte, le divulgano ad almeno altrettanti come loro e via dicendo fino all'esaurimento dei rapporti umani, un vero e proprio network di errore.
Ma se per caso la considerazione di competenza non corrisponde alla realtà dei fatti? Se l'informazione è errata? O peggio, se il primo informatore divulga informazioni a catena per apparire come lo si considera senza però averne la competenza?
Naturalmente è entropia crescente, confuso cozzare di teste.
Occorrerà la fortuna di incontrare nei 19^n un altro competente che dovrà necessariamente tentare di ristabilire l'ordine, peraltro con serie difficoltà data la permanenza della precedente informazione.
Nel moderno mondo dell'informazione, quale posto trova il disinformatore da ego se non il lindalatrine?
sabato 9 ottobre 2010
Viaggio 1 nella X dimensione
Sveglia dormiente, poggiamo i piedi sul tappeto del soffitto. Orologio h 76:54. Appena in tempo. Un attimo di nuoto extralavandino e siamo all'armadio dalle ante Lamborghini, sollevate da un soffio di pistoni. Arcobaleno pentacromatico al suo interno, direzione serale a pantaloni da carcerato a sigaretta viola/nero, camicia bicolor in coordinato, cravatta fluo verde, anfibi luminosi, capelli borchiati e giacca SS.
Un picosecondo e la musica ci assorda, bassi alti penetrano e ritornano al mittente, laser e flash epilettici mentre il branco si agita a scatti, freme a intervalli di luce, acidi prolunganti e iperpupille.
Entriamo nell'inferno scomponendo la fila, chimica di tessuti, contatto intraspecie.
Scendiamo di schiena la scala a salire, e godiamo della pioggia di luce dai nostri piedi, immobili nel mare.
Elettrica contrazione, terminiamo il cuore dell'inutilità, e approfittiamo dei resti eretti.
Liquido auricolare, e il suono è ovattato, poi nullo.
venerdì 8 ottobre 2010
Gocce dalla bara d'acqua
Porcellana umida, opaca, condensa. Caldo pluviale. Bara di ceramica ocra.
Annullo lo scrociare, silenzio freddo, nudo. Allungo il primo arto inferiore verso lo specchio schiumoso, e lentamente lo immergo fino al polpaccio. Aghi roventi, e un fremito al dorso.
Arto inferiore due anch'esso inserito, navigo dentro fumigi alla pesca.
Lentamente si scende, posizione Za, immobile, per sentire le cosce tendersi e le rotule scrocchiare ovattate dal liquido.
Non soffro nel basso ventre di caldo, un po' mi spiace.
Lento gioco di membra e sono sdraiato, il rovente letto mi inghiotte lasciando libera la faccia.
Un respiro profondo, come far entrar acqua dal costato, un altro, un altro, un altro...iperventilazione.
E poi contrazione vertebrale, e giù.
Bruciano le pupille, e le coane necessitano di ossigeno, forse anche il cervello...ancora un po'...
Buon conduttore, pizzica solamente, mutando scarlatte visioni.
Qualche millimetro solo. Risorgo dal rosso, bianco Nettuno, dotti vuoti in bara d'acqua.
Annullo lo scrociare, silenzio freddo, nudo. Allungo il primo arto inferiore verso lo specchio schiumoso, e lentamente lo immergo fino al polpaccio. Aghi roventi, e un fremito al dorso.
Arto inferiore due anch'esso inserito, navigo dentro fumigi alla pesca.
Lentamente si scende, posizione Za, immobile, per sentire le cosce tendersi e le rotule scrocchiare ovattate dal liquido.
Non soffro nel basso ventre di caldo, un po' mi spiace.
Lento gioco di membra e sono sdraiato, il rovente letto mi inghiotte lasciando libera la faccia.
Un respiro profondo, come far entrar acqua dal costato, un altro, un altro, un altro...iperventilazione.
E poi contrazione vertebrale, e giù.
Bruciano le pupille, e le coane necessitano di ossigeno, forse anche il cervello...ancora un po'...
Buon conduttore, pizzica solamente, mutando scarlatte visioni.
Qualche millimetro solo. Risorgo dal rosso, bianco Nettuno, dotti vuoti in bara d'acqua.
giovedì 7 ottobre 2010
Alfa e Omega. Cenere.
Era un bel bambino i primi mesi, occhi celesti, guanciotte paffute, pelle chiara e liscia, nessun difetto se non queli che hanno i bambini. I suoi genitori l'amavano così tanto da tenerlo sempre in braccio per stringerlo, e non lasciarlo mai solo. Parlava poco, anzi mai come bambino, era sempre molto silenzioso, non urlava, non piangeva, non si lamentava, e i genitori erano così felici di quel bambino già così buono, che l'amavano ancora di più.
Furono i tre anni, ma il bambino ancora non parlava, non emetteva verso alcuno, anche se sembrava volersi esprimere, così i genitori lo portarono dall'otorinolaringoiatra, che effettuati esami diagnosticò una malformazione alle corde vocali, che rendevano impossibile l'uso di una qualsiasi vocalità se non gemiti rochi e urla sconnesse. Il bambino era sano, in forze, ma non avrebbe mai potuto esprimersi con le parole.
Furono anni crudeli quelli dell'infanzia, come crudeli possono essere i bambini che spesso schernivano Omega, così ormai chiamato da se stesso, per quel difetto.
Furono anni di solitudine quelli dell'adolescenza, ormai impossibilitato ad avere normali contatti umani, iniziò a parlar con sè atteaverso il silenzio riempito di libri e letture, parole chiare e definite. Cominciò a imparare il linguaggio dei segni, e cominciò di nuovo a vivere nel mondo.
A 17 anni, Omega era un ragazzo quasi normale, e con il suo minuto gruppetto di amici organizzò una per lui grande festa di compleanno ove ognuno avrebbe portato tutti i suoi conoscenti.
Aveva fatto tutto in una vecchia casa presa in affitto per una miseria, e tutto sembrava perfetto. La musica, i festoni, gli alcolici, il cibo, la compagnia. Conobbe tanta gente quella sera, ognuna tanto gentile, sebbene con un sottile sguardo di compassione nei suoi confronti.
Ormai a fine serata, notò su una poltrona di raso rosso una ragazza bellissima che pareva non divertirsi, anzi stava dormendo sebbene in maniera piuttosto composta. Con la mente alterata da un bicchiere di troppo, egli si avvicinò e decise di svegliarla con un bacio, dolce, e carezzandola sul viso. Insolitamente lei rispose subito all'effusione, come se non stesse dormendo, e le labbra si incrociarono in ciò che Omega avrebbe ricordato come il momento più bello della sua vita. Si spostarono dalla festa nella veranda ancor tiepida dalla giornata di sole, e come sol stupendi inesperti dell'amore possono, intrecciarono i loro corpi in un amplesso immaturo.
Si accorse Omega che Alfa, così avrebbe chiamato la prima sua donna, serrava ancora gli occhi, restia a mostrarli. Omega passò le dita sulle palpebre, ed ella acconsentì al suo desiderio di vederli. Erano bianchi, completamente, con poco più di un alone a disegnare l'iride anch'essa cerulea.
E rimase così, in prematura contemplazione del suo più grande orrore, impossibilitato a descrivere il mondo che conosceva alla sua amata, così trasfigurato da non poterne più sentir la voce.
Come se si fosse trasformato in cenere.
mercoledì 6 ottobre 2010
Pensieri in breve
-Matematica mi assorbe troppo, indi scrivo poco.
-Sti pezzenti del treno vadano a chiedere umanità a chi ne ha.
-Perchè temere la morte? Quando siam vivi non siamo morti, e quando siamo morti la morte non ci interessa più.
-Mio malgrado ho sempre peccato di mancata ubiquità.
-Metafora è, ma manca il calor dell'Estate.
-La correttezza rende superiori ma non dà da mangiare.
-Sti pezzenti del treno vadano a chiedere umanità a chi ne ha.
-Perchè temere la morte? Quando siam vivi non siamo morti, e quando siamo morti la morte non ci interessa più.
-Mio malgrado ho sempre peccato di mancata ubiquità.
-Metafora è, ma manca il calor dell'Estate.
-La correttezza rende superiori ma non dà da mangiare.
mercoledì 29 settembre 2010
Scale di grigio
Le casse della Ford Fiesta Hot Magenta fanno il loro sporco mestiere, e sparano onde di potenti decibel nelle mie orecchie, sotto forma di Iced Earth senza Matt.
Viaggio breve, una quarantina di km, giusto un giro da Romagnano e ritorno alternativo, ma servono per pensare.
Pensare a ieri sera, fino alle 3 del mattino a parlare, per poi continuare oggi. Pensare a cosa manca, passione, e a cosa purtroppo c'è, apatia.
Viaggio tra il dorato grano, e i verdi campi intervallati dalla nuda terra e da baraggia incontaminata, ma maledetto da un vivo demone l'occhio nota solo scale di grigio, e i sapori e profumi mutano in cenere al passaggio.
...e mentre scrivo qualcuno mi sta facendo un'operazione a cuore aperto...
martedì 28 settembre 2010
Il metro dell'utilità
Non è semplice parlarne, ci va quel non so che di cinismo assoluto, ma tolto il latente buonismo(che non mi si confà affatto) esistono in ogni società quelli che mi piace definire "parassiti esistenziali", ovvero quelle persone che nè hanno utilità nel collettivo nè si prodigano per averla, e inoltre attivamente arrecano danno a singoli o a gruppi per trarne beneficio.
Vediamo di distinguere questa feccia in categorie:
-i mantenuti, disoccupati che non cercano lavoro nè studiano poichè hanno alle spalle terzi supportanti, convinti che la fonte di reddito arriverà per sempre, perduranti della nullafacenza nei modi e negli atti.
-i mutuati, sfruttatori di finto malessere per godersi un po' di ferie pagate.
-gli scioperati, fruitori di dure battaglie sociali per fini ignobili quali starsene a casa, condividendo una protesta non loro.
-i famosi free rider, che vivono tutta la vita di espedienti.
-i vecchi arcigni, anziani che passano gli ultimi miseri anni della loro vita a rendere quella degli altri impossibile, perdurando nel loro odio e sfruttando la loro canuta condizione.
Sarebbe ben logica e produttiva la potatura finale di tali individui, permangono essi altrimenti un peso sociale non risolvibile, poichè il loro difetto non sta nella mancata opportunità, ma nella mancata voglia di averne una.
Diventeremmo forse più simili a macchine se non avessimo pietà dei degenerati? Personalmente spero ancora mi crescan dei bulloni.
martedì 21 settembre 2010
Perchè non sarò mai un buon scrittore
Non era un segreto che io fossi predisposto a saggi brevi, argomentazioni da giornale o articoli da colonna. Non a caso in nessuno dei miei scritti si superano le canoniche 2 pagine A4.
Provai ieri a scribacchiare effettivamente un racconto fantasy pulp basato sulla storica campagna di Eberron di Ferre, ma dopo poche righe la noia mi assaliva. Sapevo esattamente cosa avrei dovuto fare per trasformare un racconto sbrigativo in qualcosa di effettivamente soddisfacente, descrizioni ampie ma non prolisse, stimolare l'immaginazione del lettore fino a farlo vedere quel che io volevo mostrare, non aver fretta di finire...ma non ci riuscivo, il senso di rigetto per quel che stavo facendo era troppo grande, per cui come sempre mi limitai a poche descrizioni e punti focali della narrazione, a scapito della bellezza complessiva.
Strana è la cosa, mi son sempre sentito un perfezionista, nell'aspetto e nel vestiario, nei modi e nelle misure, nel sesso e nell'amore. Ho costantemente una spiegazione per tutto ciò che mi riguarda, ogni mio singolo movimento ha uno scopo o un antiscopo ben definito, niente viene affidato al caso se non quando l'intenzione è quella.
Quindi perchè questo rigetto, questa repulsione per ciò che scrivo? Scrivendo questa domanda al momento non ho risposte, ma non credo nel "non lo so", e nell'autoanalisi del momento faremo ipotesi:
-latente voglia di apparire?
-narcisismo al negativo?
-eccessivo perfezionismo?
-insoddisfazione artistica?
-bassa autoconsiderazione di fronte a maggiori competenti quali Ary e Ferre?
-tutto assieme?
Scriviamo dunque quel per cui son nato:
RIGOR VIVIS
Lento e mellifluo lo scorrer di veleno
Nel calice e nelle membra
Torbida essenza, nerambrosia
Balsamo di issopo e melissa.
Mortal icore in mortal sangue
cali lenta la mannaia
crudel boia in giuoco perverso
suggi la vita, profumi di fata.
Provai ieri a scribacchiare effettivamente un racconto fantasy pulp basato sulla storica campagna di Eberron di Ferre, ma dopo poche righe la noia mi assaliva. Sapevo esattamente cosa avrei dovuto fare per trasformare un racconto sbrigativo in qualcosa di effettivamente soddisfacente, descrizioni ampie ma non prolisse, stimolare l'immaginazione del lettore fino a farlo vedere quel che io volevo mostrare, non aver fretta di finire...ma non ci riuscivo, il senso di rigetto per quel che stavo facendo era troppo grande, per cui come sempre mi limitai a poche descrizioni e punti focali della narrazione, a scapito della bellezza complessiva.
Strana è la cosa, mi son sempre sentito un perfezionista, nell'aspetto e nel vestiario, nei modi e nelle misure, nel sesso e nell'amore. Ho costantemente una spiegazione per tutto ciò che mi riguarda, ogni mio singolo movimento ha uno scopo o un antiscopo ben definito, niente viene affidato al caso se non quando l'intenzione è quella.
Quindi perchè questo rigetto, questa repulsione per ciò che scrivo? Scrivendo questa domanda al momento non ho risposte, ma non credo nel "non lo so", e nell'autoanalisi del momento faremo ipotesi:
-latente voglia di apparire?
-narcisismo al negativo?
-eccessivo perfezionismo?
-insoddisfazione artistica?
-bassa autoconsiderazione di fronte a maggiori competenti quali Ary e Ferre?
-tutto assieme?
Scriviamo dunque quel per cui son nato:
RIGOR VIVIS
Lento e mellifluo lo scorrer di veleno
Nel calice e nelle membra
Torbida essenza, nerambrosia
Balsamo di issopo e melissa.
Mortal icore in mortal sangue
cali lenta la mannaia
crudel boia in giuoco perverso
suggi la vita, profumi di fata.
lunedì 20 settembre 2010
Fantasy/pulp n°1- Il mercato Efreet
Era una mattina come tante altre in quel buco di ufficio, ad aspettare che ci annunciassero il prossimo disastro. Ignus come al solito era nel camino a godersi la piacevolezza del braciere, confondendo il fumo della legna col suo, e io sdraiato sul divano a bere piscio di cammello tentando di farmi passare una sbronza con un'altra.
Ero già nel dormiveglia, e la mia mente vagava al giorno dell'esplosione, quando la mia manomissione al fuoco alchemico di mio padre aveva fatto saltare il laboratorio uccidendolo...era un peccato, davvero un peccato, era un gran bel laboratorio, ci avrei potuto fabbricare tutto il sangue di drago che volevo. Pazienza tanto..ormai...non...
SBAAAAAAAM! La porta sbattè come colpita da un ariete, facendomi quasi cadere dal divano, mentre nella stanza entrava Maitor, quello stramaledetto pezzo di latta parlante, seguito da Ieleen la tirasberle e quel faccia di cazzo di Creed. Li avrei uccisi tutti, lo giuro, torturati prima, ma mi sarei tenuto Creed per ultimo, da quando mi ha ucciso ho da fare un disorso rovente con lui.
-Cazzo Maitor! Per poco non crepo di spavento!- urlai a squarciagola - ma che cazzo vuoi fare abbattere questa merda di posto?!
-Ho solo aperto la porta- mormorò lui con la sua solita voce priva di espressione.
-Dai tirati su!- esclamò Ieleen, facendo ruotare gli occhi e lasciandomi osservare in tutto il suo splendore il marchio che portava sul volto -oggi ci han dato mezza giornata libera, e c'è il mercato Efreet.
Il mercato Efreet, per chi non lo sapesse (pfui contadinotti) è un mercato allestito dagli Efreet provenienti dal piano del Fuoco in congiunzione con Sharn, e lì si possono trovare le più esotiche rarità per ricchi spendaccioni o intenditori della piromanzia, come il sottoscritto.
Mi alzai svelto dal divano, trangugiai quel che rimaneva del piscio di cammello, chiamai Ignus e uscii dalla guarnigione. Subito un caldo degno dell'inferno ci accolse, frutto della congiunzione, ma mentre gli altri crepavano di stenti feci un fugace gesto con le dita, e un lieve scudo contro il caldo mi avvolse, permettendomi di bearmi degli sventurati miei compagni.
Giungemmo con una carrozza volante al mercato, e una meravigliosa tinta rosso-grigio ci balzò agli occhi, dipinta da interi banchetti dalle stoffe accese sorretti da impalcature di ferro battuto. Fu magnifico girare in quel groviglio di esseri esotici, e altresì gli acquisti furono splendidi, mi sentivo in fondo come un bambino con una torcia in mano.
D'improvviso delle grida, non troppo distanti, e una folla in fuga inseguita dai farneticanti, aberrazioni umanoidi striscianti in grado di mutare con un morso in uno di loro. Lo sapevo che non era giornata.
Solo alcune guardie efreet, e noi, la Mano Sinistra di Sharn. Rapida Ieleen scatto in avanti, e colpì uno di essi con un colpo in volto. Dietro di lei Maitor estrasse il gigantesco spadone e si proiettò al suo fianco a difenderla. Creed iniziò a lanciare coltelli, mentre le guardie efreet tenevano occupati i mostri. Un semplice sortilegio a me toccava, e le mani si illuminarono di una bianca luce, facendo fuoriuscire da essa dardi di energia, potenti, infallibili.
Numerosi caddero i farneticanti, seguiti da altrettanti efreet, ma la battaglia imperversava e non notammo il dramma che accadeva alle nostre spalle. Con la coda dell'occhio lo percepimmo quando era già troppo tardi.
I farneticanti avevano attaccato in massa un minotauro, e l'avevano morso. Osservammo la trasformazione, il pelo cadere assieme alle corna e i denti, sostituiti questi ultimi da spine lunghe una spanna, e uno strano organo congiungersi tra il mento e lo sterno. Ma furono le bocche a farci sobbalzare maggiormente, decine di bocche d'infante aprirsi sulla sua pelle e cominciare a farneticare un verso alieno. Quando urlò, il terrore ci pervase. Lasciando perdere tutti gli altri, la Mano Sinistra si precipitò verso la nuova minaccia. Primo giunse Maitor, che roteò la spada dall'alto in basso, colpendo la bestia mentre lo stava caricando, e ferendola al collo mentre questa lo gettava a terra. Ieleen approfittò del colpo, dirigendo i suoi pugni migliori contro la schiena del mostro. Eppur sembrava che tali colpi non facessero effetto, e che la bestia li stesse rimarginando. Fu allora che io e Creed ci guardammo, sapevamo cosa dovevamo fare. Il minotauro scattò contro i nostri compagni, ferendoli gravemente, ormai erano in sua balia. Sangue scendeva dalla mano di Creed, segno che il Marchio di Khyber che aveva sul braccio e sul collo si stava attivando, mentre tra le mie mani ardeva la sua stessa magia, alimentata però da spirito e non da sangue. Gemelli furono i nostri gesti, quando spingemmo con foga il nostro potere verso la bestia, trapassandone le carni con roventi raggi paralleli, facendola crollare per terra esanime. Sapevamo che non era così facile uccidere quelle creature, che si sarebbero presto rialzate, per cui provvedemmo con lame di magico byeshk a terminare la faccenda.
Fu allora che Creed scattò verso alcuni farneticanti in fuga, che stavano scendendo dal muro oltre il parapetto come ragni in fuga da un pericolo, urlandomi -Kardas! Andiamo!
Sapevo cosa gli permetteva di fare il marchio, conoscevo quella magia, e la controllavo parimenti a lui, per cui a mia volta scattai verso la balconata. Come lui, mi diedi lo slancio spingendomi con un piede sulla balaustra, e saltai verso ciò che per qualsiasi altro essere sarebbe stato morte certa. La torre su cui ci trovavamo era alta circa 30 metri, e se avessi sbagliato l'incantesimo non ci sarebbe stato tempo per ritentare. Per poco non sbagliai, stretto dalla morsa dell'adrenalina, ma l'incantesimo funzionò, e atterrai in piedi di fianco a Creed con una grazia felina.
Sapevo già come agire, ed ero spronato a dimostrare al ladruncolo al mio fianco cosa davvero fosse la magia. Ruotai sul tallone destro, trovandomi di fronte la parete della torre ove i farneticanti scendevano, e pensai a mio padre, il modo in cui l'uccisi, e i suoi insegnamenti fluirono attraverso di me come se nemmeno faticassi a invocarli. Non feci come al solito, una fugace formula, ma urlai le parole giuste con tutto il fiato che avevo, e i miei occhi si illuminarono di una luce rossa mentre le mani emanavano fiamme arcane. Congiunsi le mani, e feci convergere il fuoco in una singola sfera mortale, dando fondo alle mie ultime forze per scagliarla verso la torre. Il colpo partì rinculando, e sfrecciò verso le aberrazioni esplodendo fra di loro e disintegrandole. Caddero come lapilli in un incendio i loro pezzi, così potenti in vita così eterei da morti.
Ero già nel dormiveglia, e la mia mente vagava al giorno dell'esplosione, quando la mia manomissione al fuoco alchemico di mio padre aveva fatto saltare il laboratorio uccidendolo...era un peccato, davvero un peccato, era un gran bel laboratorio, ci avrei potuto fabbricare tutto il sangue di drago che volevo. Pazienza tanto..ormai...non...
SBAAAAAAAM! La porta sbattè come colpita da un ariete, facendomi quasi cadere dal divano, mentre nella stanza entrava Maitor, quello stramaledetto pezzo di latta parlante, seguito da Ieleen la tirasberle e quel faccia di cazzo di Creed. Li avrei uccisi tutti, lo giuro, torturati prima, ma mi sarei tenuto Creed per ultimo, da quando mi ha ucciso ho da fare un disorso rovente con lui.
-Cazzo Maitor! Per poco non crepo di spavento!- urlai a squarciagola - ma che cazzo vuoi fare abbattere questa merda di posto?!
-Ho solo aperto la porta- mormorò lui con la sua solita voce priva di espressione.
-Dai tirati su!- esclamò Ieleen, facendo ruotare gli occhi e lasciandomi osservare in tutto il suo splendore il marchio che portava sul volto -oggi ci han dato mezza giornata libera, e c'è il mercato Efreet.
Il mercato Efreet, per chi non lo sapesse (pfui contadinotti) è un mercato allestito dagli Efreet provenienti dal piano del Fuoco in congiunzione con Sharn, e lì si possono trovare le più esotiche rarità per ricchi spendaccioni o intenditori della piromanzia, come il sottoscritto.
Mi alzai svelto dal divano, trangugiai quel che rimaneva del piscio di cammello, chiamai Ignus e uscii dalla guarnigione. Subito un caldo degno dell'inferno ci accolse, frutto della congiunzione, ma mentre gli altri crepavano di stenti feci un fugace gesto con le dita, e un lieve scudo contro il caldo mi avvolse, permettendomi di bearmi degli sventurati miei compagni.
Giungemmo con una carrozza volante al mercato, e una meravigliosa tinta rosso-grigio ci balzò agli occhi, dipinta da interi banchetti dalle stoffe accese sorretti da impalcature di ferro battuto. Fu magnifico girare in quel groviglio di esseri esotici, e altresì gli acquisti furono splendidi, mi sentivo in fondo come un bambino con una torcia in mano.
D'improvviso delle grida, non troppo distanti, e una folla in fuga inseguita dai farneticanti, aberrazioni umanoidi striscianti in grado di mutare con un morso in uno di loro. Lo sapevo che non era giornata.
Solo alcune guardie efreet, e noi, la Mano Sinistra di Sharn. Rapida Ieleen scatto in avanti, e colpì uno di essi con un colpo in volto. Dietro di lei Maitor estrasse il gigantesco spadone e si proiettò al suo fianco a difenderla. Creed iniziò a lanciare coltelli, mentre le guardie efreet tenevano occupati i mostri. Un semplice sortilegio a me toccava, e le mani si illuminarono di una bianca luce, facendo fuoriuscire da essa dardi di energia, potenti, infallibili.
Numerosi caddero i farneticanti, seguiti da altrettanti efreet, ma la battaglia imperversava e non notammo il dramma che accadeva alle nostre spalle. Con la coda dell'occhio lo percepimmo quando era già troppo tardi.
I farneticanti avevano attaccato in massa un minotauro, e l'avevano morso. Osservammo la trasformazione, il pelo cadere assieme alle corna e i denti, sostituiti questi ultimi da spine lunghe una spanna, e uno strano organo congiungersi tra il mento e lo sterno. Ma furono le bocche a farci sobbalzare maggiormente, decine di bocche d'infante aprirsi sulla sua pelle e cominciare a farneticare un verso alieno. Quando urlò, il terrore ci pervase. Lasciando perdere tutti gli altri, la Mano Sinistra si precipitò verso la nuova minaccia. Primo giunse Maitor, che roteò la spada dall'alto in basso, colpendo la bestia mentre lo stava caricando, e ferendola al collo mentre questa lo gettava a terra. Ieleen approfittò del colpo, dirigendo i suoi pugni migliori contro la schiena del mostro. Eppur sembrava che tali colpi non facessero effetto, e che la bestia li stesse rimarginando. Fu allora che io e Creed ci guardammo, sapevamo cosa dovevamo fare. Il minotauro scattò contro i nostri compagni, ferendoli gravemente, ormai erano in sua balia. Sangue scendeva dalla mano di Creed, segno che il Marchio di Khyber che aveva sul braccio e sul collo si stava attivando, mentre tra le mie mani ardeva la sua stessa magia, alimentata però da spirito e non da sangue. Gemelli furono i nostri gesti, quando spingemmo con foga il nostro potere verso la bestia, trapassandone le carni con roventi raggi paralleli, facendola crollare per terra esanime. Sapevamo che non era così facile uccidere quelle creature, che si sarebbero presto rialzate, per cui provvedemmo con lame di magico byeshk a terminare la faccenda.
Fu allora che Creed scattò verso alcuni farneticanti in fuga, che stavano scendendo dal muro oltre il parapetto come ragni in fuga da un pericolo, urlandomi -Kardas! Andiamo!
Sapevo cosa gli permetteva di fare il marchio, conoscevo quella magia, e la controllavo parimenti a lui, per cui a mia volta scattai verso la balconata. Come lui, mi diedi lo slancio spingendomi con un piede sulla balaustra, e saltai verso ciò che per qualsiasi altro essere sarebbe stato morte certa. La torre su cui ci trovavamo era alta circa 30 metri, e se avessi sbagliato l'incantesimo non ci sarebbe stato tempo per ritentare. Per poco non sbagliai, stretto dalla morsa dell'adrenalina, ma l'incantesimo funzionò, e atterrai in piedi di fianco a Creed con una grazia felina.
Sapevo già come agire, ed ero spronato a dimostrare al ladruncolo al mio fianco cosa davvero fosse la magia. Ruotai sul tallone destro, trovandomi di fronte la parete della torre ove i farneticanti scendevano, e pensai a mio padre, il modo in cui l'uccisi, e i suoi insegnamenti fluirono attraverso di me come se nemmeno faticassi a invocarli. Non feci come al solito, una fugace formula, ma urlai le parole giuste con tutto il fiato che avevo, e i miei occhi si illuminarono di una luce rossa mentre le mani emanavano fiamme arcane. Congiunsi le mani, e feci convergere il fuoco in una singola sfera mortale, dando fondo alle mie ultime forze per scagliarla verso la torre. Il colpo partì rinculando, e sfrecciò verso le aberrazioni esplodendo fra di loro e disintegrandole. Caddero come lapilli in un incendio i loro pezzi, così potenti in vita così eterei da morti.
sabato 11 settembre 2010
The Lady Wore Black
La vidi in lontananza, ove il mare si univa alla terra. Di nero era vestita, e corvina era la sua chioma, così in contrasto con la cerulea pelle da renderla spettrale. Stava seduta su una roccia muschiosa, fondendosi con l'ombra di un pioppo ormai sfiorito.
Il gelo su quella scogliera penetrava i vestiti e le ossa, ma un antico richiamo mi impediva di tornare sui miei passi, e anzi mi spingeva a proseguire verso l'orlo del baratro. Quando fui di fianco a lei, un'improvvisa vertigine mi colse nel guardare l'oceano sotto di me, e mi sbalzai indietro per non cadere, finendo inevitabilmente disteso sulla roccia ove lei poggiava. Per la prima volta la vidi in volto, e mi stupii nel constatare che in tutta la sua umanità era completamente irreale, quelle iridi grigie come il cielo, e le labbra rosse come il sangue.
Mi sfiorò il volto, e forse per l'intorpidimento dovuto al vento non capii se la sua mano era calda o gelida, ma presto compresi che quel seno coperto da raso nero non aveva fremito di vita sotto di se.
Mi sentivo in balia di quello sguardo, ipnotico e allo stesso tempo terrificante, ma le chiesi chi fosse.
-Chi vorresti che io sia marinaio?
-Signora, vi state sbagliando, non ho mai solcato mare o fiume.
-Voi uomini siete tutti marinai, solcate le acque della vita, e vi nutrite dei suoi frutti.
-Perchè sono qui?
-Quante volte mi hai cercato, quante volte hai bramato il mio sopraggiungere...
-Ma io non vi conosco.
-Non ancora, sebbene a volte io ti abbia notato, ma presto...
-Cosa pretendete da me?
-Non ho mai preteso nulla da nessuno, ho preso quando l'ora lo richiedeva, e nulla più. Dimmi, tu conosci l'amore?
-Lo conobbi, e vi rinunciai.
-Perchè?
-Non credo di esser abbastanza vivo per poterne avere e donare.
-Io non ho mai amato, gli uomini mi temono...ma non tu, e non lo comprendo.
-Neanch'io lo comprendo, ogni cosa è ciò che è e basta.
-Rimani qui con me, se hai del tempo da donarmi.
-Vi ho già promesso il mio tempo tanto tempo fa.
E giacquero sul muschio, il misero uomo e l'unica amante che gli fu sempre fedele.
mercoledì 8 settembre 2010
Speranza, roba da umani
In qualche film probabilmente si è detto che ciò che rende tali gli umani è la speranza, quell'appiglio iconico tale da far perdurare nei propri intendi bramando un buon fine di essi.
In fondo non è qualcosa di così diverso dall'ambizione, sebbene piuttosto più scialba, in quanto l'ambizione fa leva sull'ego di sè, la speranza su fattori esterni non tangibili.
Poco credibile è la speranza, simile alla religione è pensare che un fattore esterno quale il caso, la fortuna, dio, ecc possa effettivamente influire in un qualunque risultato (sebbene in qualche modo invece agisca la Legge di Murphy).
Nascono quindi raffigurazioni autoprodotte, voli pindarici di misteriose forze mutanti che senza scopo dovrebbero invertire il corso del divenire al fine di migliorare una situazione, che illudono il credente portandolo all'avventurarsi in una oltrerealtà (e non superrealtà, traduttori bastardi) di artefatti teatrali.
Cosa sei dunque uomo, se non un tossicodipendente di speranza?
In fondo non è qualcosa di così diverso dall'ambizione, sebbene piuttosto più scialba, in quanto l'ambizione fa leva sull'ego di sè, la speranza su fattori esterni non tangibili.
Poco credibile è la speranza, simile alla religione è pensare che un fattore esterno quale il caso, la fortuna, dio, ecc possa effettivamente influire in un qualunque risultato (sebbene in qualche modo invece agisca la Legge di Murphy).
Nascono quindi raffigurazioni autoprodotte, voli pindarici di misteriose forze mutanti che senza scopo dovrebbero invertire il corso del divenire al fine di migliorare una situazione, che illudono il credente portandolo all'avventurarsi in una oltrerealtà (e non superrealtà, traduttori bastardi) di artefatti teatrali.
Cosa sei dunque uomo, se non un tossicodipendente di speranza?
lunedì 30 agosto 2010
Le n regole del buon bardo
-Conoscere il proprio pubblico
-Descrivere in maniera precisa le situazioni
-Narrare una storia d'interesse
-Lasciare le belle cose per la fine
-Andare sempre in crescendo
-Non essere mai scontato
-Alternare il ritmo della storia senza abbassarsi però sotto un certo livello
-Lasciare che il pubblico interagisca se vuole
-Non creare costrizioni o eccessive forzature nella storia
-Creare alcuni momenti ilari nella storia
-Un sottofondo musicale aiuta sempre
-Qualche immagine apre la mente
-Descrivere in maniera precisa le situazioni
-Narrare una storia d'interesse
-Lasciare le belle cose per la fine
-Andare sempre in crescendo
-Non essere mai scontato
-Alternare il ritmo della storia senza abbassarsi però sotto un certo livello
-Lasciare che il pubblico interagisca se vuole
-Non creare costrizioni o eccessive forzature nella storia
-Creare alcuni momenti ilari nella storia
-Un sottofondo musicale aiuta sempre
-Qualche immagine apre la mente
venerdì 27 agosto 2010
Cinismo semantico
Prassi è cosiderare lo strumento del linguaggio come mezzo principale di comunicazione interpersonale fra umani, fondamento di espressione e trasmissione.
Base della trasmissione sono le parole, insiemi di lettere combinati in maniera differenziata e posizionati in un ordine ben preciso al fine della miglior espressività possibile.
Programma ministeriale delle scuole elementari è l'insegnamento delle basilari regole che compongono la sintassi, e l'infarinatura della semantica di base, espandibile successivamente nelle scuole medie e con la lettura.
Posto ciò, la presunzione della conoscenza dei termini perlomeno basilari della propria lingua dovrebbe essere lecita. Ciononostante l'ostinazione di manifestare semantiche false a fine dimostrativo, di ignoranza o di presunzione, è incidente con la semantica stessa, trasformando le basi della comunicazione interpersonale in insignificanti balbettii di composizioni strutturali inesatte.
Comando 1: correggere l'errore per la preservazione del linguaggio.
Comando 2: annullare Comando 1. Immagazzinare dati, lasciar perdurare l'errore, percepire differenzazione tra l'analizzante e l'analizzato.
Base della trasmissione sono le parole, insiemi di lettere combinati in maniera differenziata e posizionati in un ordine ben preciso al fine della miglior espressività possibile.
Programma ministeriale delle scuole elementari è l'insegnamento delle basilari regole che compongono la sintassi, e l'infarinatura della semantica di base, espandibile successivamente nelle scuole medie e con la lettura.
Posto ciò, la presunzione della conoscenza dei termini perlomeno basilari della propria lingua dovrebbe essere lecita. Ciononostante l'ostinazione di manifestare semantiche false a fine dimostrativo, di ignoranza o di presunzione, è incidente con la semantica stessa, trasformando le basi della comunicazione interpersonale in insignificanti balbettii di composizioni strutturali inesatte.
Comando 1: correggere l'errore per la preservazione del linguaggio.
Comando 2: annullare Comando 1. Immagazzinare dati, lasciar perdurare l'errore, percepire differenzazione tra l'analizzante e l'analizzato.
martedì 17 agosto 2010
Riesumazioni bibliografiche
[...] La guardavo riposare, capelli corvini, pelle di porcellana, grandi occhi chiusi con residui di trucco della giornata trascorsa, e morbide labbra di un rosso acceso socchiuse ad emettere un flebile sospiro.
Tutto ciò che si frapponeva tra lei e la crudeltà del mondo era un tristo essere, lontano da ciò che si può definir umano, sicuramente qualcosa di sacrificabile [...]
sabato 14 agosto 2010
Il Pagliaccismo
Pagliaccismo: comportamento atto al dimostrare superiorità o qualità inesistenti. Traducibile con "egocentrismo menzoniero esibizionista".
Devo dirlo, il termine pagliaccismo e i suoi derivati sono frutto del tamarro esprimersi, ma fin da piccolo odio i clown, e questa terminologia mi si confa sena dubbio alcuno :)
C'è gente, tanta gente, per cui il pagliaccismo è fondamento di vita, riparatore di torti, stuccatore di crepe, sostegno di socialità.
Ognuno di questi esseri vuol apparire come non è, non è così bello guardarsi allo specchio certe volte, per cui corolla ogni singolo accadimento di chicche e bonbon atti al far sembrare la propria esistenza un'epopea crescente.
Gente che deve aver ragione ad ogni costo, gente che deve sembrare un latin lover, gente che semplicemente "pagliaccia" per abitudine ecc.
Ovviamente tutti sanno del rispettivo pagliaccismo e quindi la convivenza ordinaria si basa sull'ascoltarsi vicendevolmente, potare il racconto all'osso e sorridere conoscendo la boiata.
Chissà però che accade quando qualcuno che sta vivendo la vita invece di sognarla racconta le sue esperienze di vita...è la solita domanda retorica, ma non voglio rispondervi, io lo so cosa accade, ditemelo voi o ardenti lettori.
Ma dopo aver risposto a questa domanda, non pensate che la filosofia "godi dei momenti pagliacci per sentirti un dio" sia veramente stuzzicante?
Good day boyz & girlz
Devo dirlo, il termine pagliaccismo e i suoi derivati sono frutto del tamarro esprimersi, ma fin da piccolo odio i clown, e questa terminologia mi si confa sena dubbio alcuno :)
C'è gente, tanta gente, per cui il pagliaccismo è fondamento di vita, riparatore di torti, stuccatore di crepe, sostegno di socialità.
Ognuno di questi esseri vuol apparire come non è, non è così bello guardarsi allo specchio certe volte, per cui corolla ogni singolo accadimento di chicche e bonbon atti al far sembrare la propria esistenza un'epopea crescente.
Gente che deve aver ragione ad ogni costo, gente che deve sembrare un latin lover, gente che semplicemente "pagliaccia" per abitudine ecc.
Ovviamente tutti sanno del rispettivo pagliaccismo e quindi la convivenza ordinaria si basa sull'ascoltarsi vicendevolmente, potare il racconto all'osso e sorridere conoscendo la boiata.
Chissà però che accade quando qualcuno che sta vivendo la vita invece di sognarla racconta le sue esperienze di vita...è la solita domanda retorica, ma non voglio rispondervi, io lo so cosa accade, ditemelo voi o ardenti lettori.
Ma dopo aver risposto a questa domanda, non pensate che la filosofia "godi dei momenti pagliacci per sentirti un dio" sia veramente stuzzicante?
Good day boyz & girlz
mercoledì 4 agosto 2010
Air smells of Doom
E così da stamane sto peregrinando nei meandri del Doom Metal, saltando dal drone al funeral.
Una malattia, un vizio che oggi non mi abbandona, un'autoimposizione subconscia autolesionista.
La dolce quiete del tristo, il nerismo sviluppato clandestinamente sotto votive icone, o la semplice voglia di stare in mezzo al nulla con questa musica sparata a mille nelle orecchie.
Sembra che l'estate favorisca l'allegro, il calore, i colori, intorno a me sorrisi che trasfigurano in beffe.
Si sa che non sono una buona persona, e a quanto pare mi sento un po' meglio a sapere che altri sono nel mio stesso "mood".
Tristo fardello quello della vita.
Shit happends, always.
lunedì 12 luglio 2010
Impact
"Ho sempre preferito le persone che sono entrate nella mia vita con un calcio. Hanno colpito duro senza che me l'aspettassi."
domenica 11 luglio 2010
Notizie dal mondo femminile 1
per mia gran fortuna a quanto pare sembra che io abbia sviluppato la capacità di capir qualcosa delle donne, e quando non riesco ho l'altrettanta fortuna di aver donne che mi spiegano, quindi proviamo a fare una mini-rubrica (che mi dimenticherò e presto andrà a perdersi) su cosa in realtà le donne sono e vogliono.
maschio qualunque, sappi che alla donna che fa per te bastano piccoli pensieri, gesti minuti ma che alla donna fan capire che ci tieni, lei vuole parlare, confrontarsi (avendo ragione ovviamente :D) e sapere di te.
maschio qualunque, la donna che fa per te (e fanculizza le represse o le bugiarde) vuole un maschio energico, le romanticherie lasciale ai film, se la vuoi prendere prendila con forza, sbattila al muro e falla sentire un po' troia. e ricorda, batti assieme i palmi delle mani...questo è il suono del sesso fatto bene.
se non rispecchia certi canoni, o la fanculizzi o ti accontenti.
maschio qualunque, sappi che alla donna che fa per te bastano piccoli pensieri, gesti minuti ma che alla donna fan capire che ci tieni, lei vuole parlare, confrontarsi (avendo ragione ovviamente :D) e sapere di te.
maschio qualunque, la donna che fa per te (e fanculizza le represse o le bugiarde) vuole un maschio energico, le romanticherie lasciale ai film, se la vuoi prendere prendila con forza, sbattila al muro e falla sentire un po' troia. e ricorda, batti assieme i palmi delle mani...questo è il suono del sesso fatto bene.
se non rispecchia certi canoni, o la fanculizzi o ti accontenti.
venerdì 2 luglio 2010
Giovani vecchi
Troppo caldo, e cala la voglia di scrivere.
Vercelli è la causa, presunta città/paesone, ove i locali chiudono sempre prima, e di questi solo un paio sono perlomeno accettabili.
E così il vercellese assorbe la presunzione tamarra da Milano, e la canizia dallo spirito locale, e ancora così il deretano alla sedia di un pub a bere birra coi suoi compari, come un vecchio che va a giocare a carte bevendo un bianchino.
E la ricerca del divertimento si limita ai locali della zona, quelli che danno giusto un tic in più tanto da non volersi sparare, magari un concerto di quattro cani e poco più.
Giovani vecchi son i vercellesi, poichè per noia o poca voglia non si lanciano in tutto ciò che arriva, nella presunzione che ci sarà sempre un domani dove recuperare.
Curioso è il fatto che ad accorgersene sia stato un paesanotto come me, abituato alla sagra della panissa e le mangiate di rane.
Non credo che vorro mai "maturare" più di così, essere un vecchio seduto al bar a ricordare bei momenti è ancora peggio di quel che io vedo come morte.
mercoledì 16 giugno 2010
Liebe ist fur alle da
Ecco il nome del "nuovo" (è del 2009) album dei Rammstein, ed ecco di nuovo i soliti teorici della straceppa: "eh beh ma ormai anche loro fanno schifo" "eh ma non sanno più che fare" ecc ecc...
E come al solito potiamo gli asini con una recensione veloce:
Come dice il titolo dell'album stesso, è un album molto dedicato all'amore, anche alle vie più deviate legate ad esso, come vuole la buona tradizione Rammstein.
Seguendo le interviste al gruppo, si carpisce inoltre che si è voluta dare una svolta diversa (l'industrial d'altronde alla lunga è un po' ripetitivo). Il risultato è un buon sound industrial con qualche aggiuntina heavy che non stona affatto nel complesso.
In sommatoria un buon lavoro.
P.S: e se per caso la recensione non vi piace, o pensate di essere intenditori musicali perchè ascoltate due gruppi contati degli anni '80, cercate su google NODO A SCORSOIO, allenatevi e quando lo sapete fare bene impiccatevi.
lunedì 14 giugno 2010
Fisica nei liquidi//post-ipotesi
FISICA NEI LIQUIDI
Prendiamo un liquido, e mettiamolo in un contenitore omogeneo fino all'orlo.
Ora, chiudiamo ermeticamente il recipiente con un coperchio avente una valvola unidirezionale verso l'interno in cui continuiamo a mettere liquido attraverso una macchina pressurizzata teoricamente indistruttibile.
Il liquido produrrà una forza di pari intensità sull'intera superficie interna del contenitore, ed essendo il liquido di fatto incomprimibile ad un certo punto la forza applicata al contenitore farà sì che il contenitore stesso si rompa contemporaneamente in ogni direzione.
POST-IPOTESI
Poniamo che il recipiente sia un costrutto artificioso atto a contenere personalità eccessive, e poniamo inoltre che quel che viene immesso nel contenitore sia rabbia, che avviene?
Prendiamo un liquido, e mettiamolo in un contenitore omogeneo fino all'orlo.
Ora, chiudiamo ermeticamente il recipiente con un coperchio avente una valvola unidirezionale verso l'interno in cui continuiamo a mettere liquido attraverso una macchina pressurizzata teoricamente indistruttibile.
Il liquido produrrà una forza di pari intensità sull'intera superficie interna del contenitore, ed essendo il liquido di fatto incomprimibile ad un certo punto la forza applicata al contenitore farà sì che il contenitore stesso si rompa contemporaneamente in ogni direzione.
POST-IPOTESI
Poniamo che il recipiente sia un costrutto artificioso atto a contenere personalità eccessive, e poniamo inoltre che quel che viene immesso nel contenitore sia rabbia, che avviene?
martedì 8 giugno 2010
science: easy come, easy go!
L'inutile dibattito della scienza su cosa effettivamente è scienza esatta o non esatta.
"una scienza è sempre e comunque esatta fino a prova contraria"(il vecchio savio)
PS:e si fottano gli scientisti!
"una scienza è sempre e comunque esatta fino a prova contraria"(il vecchio savio)
PS:e si fottano gli scientisti!
martedì 25 maggio 2010
Sogno illuminista
-sogno un mondo ove vigono le leggi della ragone
-sogno un mondo ove la scienza governa incontrastata sulla fede
-sogno un mondo ove gli Stati agiscono per il bene del collettivo
-sogno un mondo ove le mode non esistono
-sogno un mondo ove l'imposizione del proprio pensiero è subordinata alla capacità di ascoltare
-sogno un mondo ove le malattie possono essere curate
-sogno un mondo ove il morigerato prevale sull'estremista
-sogno un mondo ove la democrazia va meritata
-sogno un mondo ove il tasso alcolemico è a 0.8 ma se ti fermano ubriaco non vedrai mai più la patente
-sogno un mondo ove le droghe sono legalizzate e regolate dallo Stato in modo da rendere impotenti i signori della droga
-sogno un mondo ove al mafioso che ti chiede il pizzo tu rispondi con una fucilata
-sogno un mondo ove le carceri non sono dei parchi giochi ma un posto da incubo
-sogno un mondo ove il potere non dà alla testa alle persone
-sogno un mondo ove non esistono le critiche sterili
-sogno un mondo ove i locali possono rimanere aperti anche 24 ore
-sogno un mondo ove le forze dell'ordine non sono composte per il 90% da minchioni ignoranti
-sogno un mondo ove le leggi sono poche e semplici, in modo da non essere travisabili
-sogno un mondo ove esiste un solo grado di giudizio tranne che per i crimini più complessi
-sogno un mondo ove se qualcuno usa la violenza ne becca 100 volte dalle forze dell'ordine
-sogno un mondo ove le persone credono alle leggi
-sogno un mondo ove non si faccia di tutta l'erba un fascio
-sogno un mondo ove non si parli più di fascismo e comunismo
-sogno un mondo ove l'inutile è subordinato all'utile
-sogno un mondo ove sentimenti e etica siano subordinati alla mente.
e voi, cosa sognate?
-sogno un mondo ove la scienza governa incontrastata sulla fede
-sogno un mondo ove gli Stati agiscono per il bene del collettivo
-sogno un mondo ove le mode non esistono
-sogno un mondo ove l'imposizione del proprio pensiero è subordinata alla capacità di ascoltare
-sogno un mondo ove le malattie possono essere curate
-sogno un mondo ove il morigerato prevale sull'estremista
-sogno un mondo ove la democrazia va meritata
-sogno un mondo ove il tasso alcolemico è a 0.8 ma se ti fermano ubriaco non vedrai mai più la patente
-sogno un mondo ove le droghe sono legalizzate e regolate dallo Stato in modo da rendere impotenti i signori della droga
-sogno un mondo ove al mafioso che ti chiede il pizzo tu rispondi con una fucilata
-sogno un mondo ove le carceri non sono dei parchi giochi ma un posto da incubo
-sogno un mondo ove il potere non dà alla testa alle persone
-sogno un mondo ove non esistono le critiche sterili
-sogno un mondo ove i locali possono rimanere aperti anche 24 ore
-sogno un mondo ove le forze dell'ordine non sono composte per il 90% da minchioni ignoranti
-sogno un mondo ove le leggi sono poche e semplici, in modo da non essere travisabili
-sogno un mondo ove esiste un solo grado di giudizio tranne che per i crimini più complessi
-sogno un mondo ove se qualcuno usa la violenza ne becca 100 volte dalle forze dell'ordine
-sogno un mondo ove le persone credono alle leggi
-sogno un mondo ove non si faccia di tutta l'erba un fascio
-sogno un mondo ove non si parli più di fascismo e comunismo
-sogno un mondo ove l'inutile è subordinato all'utile
-sogno un mondo ove sentimenti e etica siano subordinati alla mente.
e voi, cosa sognate?
mercoledì 12 maggio 2010
grace
there's the moon asking to stay
long enough for the clouds to fly me away
well it's my time coming, i'm not afraid to die
my fading voice sings of love,
but she cries to the clicking of time
oh, time
wait in the fire...
and she weeps on my arm
walking to the bright lights in sorrow
oh drink a bit of wine we both might go tomorrow
oh my love
and the rain is falling and i believe
my time has come
it reminds me of the pain
i might leave
leave behind
wait in the fire...
and i feel them drown my name
so easy to know and forget with this kiss
i'm not afraid to go but it goes so slow
La mattina del 5 giugno un passeggero del traghetto American Queen nota una sagoma di un corpo umano impigliato tra i rami di un albero che galleggia sotto il ponte di Beale Street, la via più importante di Memphis.
Il corpo di Jeff viene riconosciuto da Gene Bowen, tour manager di Buckley; il riconoscimento avviene grazie ad un piercing all'ombelico e dalla maglietta che Jeff indossava al momento della scomparsa.
Suona la canzone e vola la mente, nuotando nel Wolf River, assieme a Jeff.
L'acqua è fresca, ritempra dal caldo di fine maggio, rilassa...gli occhi si socchiudono nel riposo, e poi il buio.
Alcuni, come me, hanno perso l'abitudine, altri non l'hanno mai fatto, ma il bagno di notte è mistico, nuotare in acque nere degne di Lovecraft verso il nulla con solo il rumore dell'acqua, finchè non si trova un punto dove non c'è corrente, e allora lasciarsi a peso morto, inibendo i sensi, e cercando qualcosa che non è.
Ove l'età è sulla bocca di tutti, non c'è nulla oltre al buio.
lunedì 10 maggio 2010
schemi//pioggia
17 ore. tempo minuto, ma insolitamente mi sembra così stiracchiato. un bar un po' del cazzo, un succo di frutta alla pera senza i grumetti che mi piacciono tanto, e il libro Scienza e Religione di Russel in mano. Confucio l'accompagnava in borsa.
Era così semplice lo schema, che altrettanto evidente era la sua fragilità.
pioggia, pioggia incessante, e un sonoro crack, ma la pioggia continua, e quel crack non si sente più, smorzato dall'acqua che cade. le scritte di cui era composto lo schema si sciolgono così in fretta, e ci si abbandona alla sola percezione della pioggia, e quant'è bella la pioggia sulla pelle...un flash di resistenza schematica...nah passata, solo pioggia.
nacqui carta, fui plastificato
Era così semplice lo schema, che altrettanto evidente era la sua fragilità.
pioggia, pioggia incessante, e un sonoro crack, ma la pioggia continua, e quel crack non si sente più, smorzato dall'acqua che cade. le scritte di cui era composto lo schema si sciolgono così in fretta, e ci si abbandona alla sola percezione della pioggia, e quant'è bella la pioggia sulla pelle...un flash di resistenza schematica...nah passata, solo pioggia.
nacqui carta, fui plastificato
martedì 4 maggio 2010
me-ka
sentendosi un immortale a confronto con le misere bestie dall'effimera esistenza, avvicinandosi un po' di più al dio-macchina, quale utilità ha iniziare qualcosa che inevitabilmente avrà termine? perchè volere qualcosa che presto non si avrà più? perchè l'egoismo del possesso quando è solo un breve passaggio da uno stato molecolare ad un altro?
lunedì 26 aprile 2010
06.45
Risveglio ore 06.45.
La natura ha temporaneamente interrotto la sua ira.
Warrel Dane e i Behemoth tagliano i miei timpani con una lama ricurva, eterea.
Il post-risveglio è ideale per racimolare idee, la confusione post-onirica strappa al subconscio pensieri che normalmente sarebbero nascosti, favorendole la rielaborazione nella progressione del giorno.
Pensieri non facili, pensieri di incomprensione, di irritabilità, di reflusso gastrico, domande a cui non viene data una risposta che fa paura.
Che cos'ha il dibattito che non funziona? Dove persiste l'errore dell'omertà? E perchè? Il prezzo del quieto vivere comincia a farsi sentire, ma su anche codesta questione la passività ha il sopravvento.
"Non è veramente coraggioso quell'uomo che teme o di sembrare o di parere, quando gli serve, un vigliacco" (Edgar Alla Poe)
venerdì 23 aprile 2010
Dice un antico adagio cinese: "Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico".
Dovrei forse avere pietà ora che vedo il cadavere? Perdonare? Dimenticare? Non in questa vita forse, di sicuro non darò importanza a nulla che non mi crei una piacevole sensazione di benessere.
Fermo, in contemplazione, sulla riva del fiume.
mercoledì 21 aprile 2010
Integrazione sociale e partiti
Penso ormai sia assodato che l'uomo è un animale sociale, e che per vivere necessiti di persone con cui confrontarsi.
E naturalmente, se un certo target di persone piace, o è utile, o serve a qualche scopo, si cerca di adattarsi allo status del gruppo.
Ciò implica parlare un linguaggio comune del gruppo (che anche involontariamente si assimila), una "divisa" del gruppo, ovvero una corrente di abbigliamento che ha i tratti generali comuni, un'opinione collettiva di gruppo generalmente dettata dall'attuale capobranco o dal consiglio oligarchico, una modalità d'azione del gruppo, degli obiettivi del gruppo ecc.
Alla fine dei conti, fare una vita sociale è come essere in politica, solamente coi ruoli taciti, e come ogni buon partito di varia natura si ha una politica sui dissidenti che non si adeguano allo status.
Vi sono partiti che lasciano libertà d'azione all'individuo finchè non agisce contro il partito stesso, e partiti che alla prima troiata chiedono le dimissioni.
Sta all'individuo naturalmente scegliere in quale partito andare e a quali condizioni sottostare per poterne far parte, e certo se c'è della gente che si iscrive a partiti politici in Italia figuriamoci nei gruppi sociali cosa non si fa.
Dal truzzo con la maglietta nuova di Louis Vitton, al metallaro con la borchia di un metro, al comunistello con la maglia del Che (esempi estremi classici), si può certo andare più nel sottile, ovvero dove si trovano gruppi all'apparenza normali che si definiscono NORMALI.
Chissà perchè molti quando parlano di normalità non fanno mente locale intuendo che è solo quel che ci hanno insegnato, e non un valore assoluto.
Tornando a prima, forse i gruppi autodefinitisi Normali sono i peggiori che si possano incontrare, poichè nella loro supponenza di normalità si fa una politica di antieccesso campanilistico che non è altro che una forma di etichetta a sua volta, cadendo nel paradosso.
è forse normale sorridersi tutti e tirarsi merda alle spalle per la scalata sociale?! è forse normale abbassare la testa e seguire l'onda trascinati dalla corrente collettiva?! è forse normale fumare e ubriacarsi a morte quando non si hanno veri problemi ma per il puro piacere di farsi compatire?!
Secondo me è molto normale
domenica 18 aprile 2010
slept so long
ed ecco che finalmente ho raggiunto le condizioni per la mia motorizzazione su due ruote. ormai sono 6 anni che metto soldi da parte e valuto il momento adatto, finchè finalmente è giunto a me.
mio malgrado, ho memoria selettiva per le cose importanti, e certe cose è impossibile dimenticarle.
30 luglio 2006. Dublino. eravamo ragazzini, 17 io e 16 lei, non sono passati così tanti anni, eppure sento sulle spalle così tanta differenza in me, e in lei, il barlume di qualcosa, per il valore che aveva allora, per il valore che ha comunque adesso, cancellato, ERADICATED.
erano solo parole, erano sciocche idee di adolescenza, ma quanto è strano trovarsi dopo pochi anni a esser giunti a ciò, e avere in mano un pugno di mosche...non che si potesse sperare altrimenti, certo, ma è così effimera la nostra esistenza, così mutevole, che il sentire comunque una, se pur passata, aspettativa sfociare nella parodia di se stessa è grottesco.
dissi una frase un tempo, e da allora vi credo molto, nei bei momenti e nei brutti, così tanti ormai: "credo di vivere in un film di Tim Burton"
venerdì 16 aprile 2010
la temperanza è la virtù dei saggi, la pazienza dei forti, ma giunge un momento in cui veramente si è al limite.
dovrei dunque lasciare che la bile mi devasti nuovamente l'apparato digerente o far uscire solo per un giorno la personalità "Overlord", giusto il tempo di una sambuca, una tempesta, una scopata e poi nanna?
giovedì 15 aprile 2010
campagna
http://www.youtube.com/watch?v=8zKOfupTrNk (non sono capace di mettere la musica come fa fallen)
a volte invidio un po' la gente di città, quant'è bella la pioggia in città, copre tutti gli odori e rimane solo quella sensazione umida nelle coane, quasi si possa assaggiare la città.
mi fa male la campagna, sa essere crudele, mi costringe a essere dello stesso umore della natura...a un metro dalla mia finestra gli uccellini al sole cantano annunciando lo sbocciare dei fiori dell'albicocco, si viene a creare un ossimoro speculare tra l'albicocco e me, il fuori e il dentro la finestra.
non esistono artefatti in campagna, quando piove gli alberi si coprono di riflessi d'arcobaleno, quando nevica il manto bianco è magnifico, quando c'è vento gli alberi si muovono sinuosamente.
mi chiedo se sono il solo ad aver desiderato un paesaggio sterile, mura di cemento grigio, palazzi clonati da architetti, pinguini nella frenetica routine...
fredda è la mano, le ossa e il cuore. freddo il corpo del viaggiatore. non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la luna è morta.
a volte invidio un po' la gente di città, quant'è bella la pioggia in città, copre tutti gli odori e rimane solo quella sensazione umida nelle coane, quasi si possa assaggiare la città.
mi fa male la campagna, sa essere crudele, mi costringe a essere dello stesso umore della natura...a un metro dalla mia finestra gli uccellini al sole cantano annunciando lo sbocciare dei fiori dell'albicocco, si viene a creare un ossimoro speculare tra l'albicocco e me, il fuori e il dentro la finestra.
non esistono artefatti in campagna, quando piove gli alberi si coprono di riflessi d'arcobaleno, quando nevica il manto bianco è magnifico, quando c'è vento gli alberi si muovono sinuosamente.
mi chiedo se sono il solo ad aver desiderato un paesaggio sterile, mura di cemento grigio, palazzi clonati da architetti, pinguini nella frenetica routine...
fredda è la mano, le ossa e il cuore. freddo il corpo del viaggiatore. non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la luna è morta.
Capsula atterrata
Muoviamo anche noi dai freddi social network verso qualcosa di più intimo, personale, fine a se stesso, o forse non è questo il fine, ma chi siamo noi per giudicarci?!
Non ho necessità di far sapere più di me, se qualcuno non lo chiede, chi vuole un pochetto di passaggi della mia storia (a parte l'ultimo annetto) potrebbe trovarli a:
http://it.netlog.com/OverlordTheNecrokeiser
http://www.myspace.com/signoreoscuro
see ya
Non ho necessità di far sapere più di me, se qualcuno non lo chiede, chi vuole un pochetto di passaggi della mia storia (a parte l'ultimo annetto) potrebbe trovarli a:
http://it.netlog.com/OverlordTheNecrokeiser
http://www.myspace.com/signoreoscuro
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