Porcellana umida, opaca, condensa. Caldo pluviale. Bara di ceramica ocra.
Annullo lo scrociare, silenzio freddo, nudo. Allungo il primo arto inferiore verso lo specchio schiumoso, e lentamente lo immergo fino al polpaccio. Aghi roventi, e un fremito al dorso.
Arto inferiore due anch'esso inserito, navigo dentro fumigi alla pesca.
Lentamente si scende, posizione Za, immobile, per sentire le cosce tendersi e le rotule scrocchiare ovattate dal liquido.
Non soffro nel basso ventre di caldo, un po' mi spiace.
Lento gioco di membra e sono sdraiato, il rovente letto mi inghiotte lasciando libera la faccia.
Un respiro profondo, come far entrar acqua dal costato, un altro, un altro, un altro...iperventilazione.
E poi contrazione vertebrale, e giù.
Bruciano le pupille, e le coane necessitano di ossigeno, forse anche il cervello...ancora un po'...
Buon conduttore, pizzica solamente, mutando scarlatte visioni.
Qualche millimetro solo. Risorgo dal rosso, bianco Nettuno, dotti vuoti in bara d'acqua.
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