In un giardino pieno di alberi di pesco grandi e rigogliosi, da un frutto rotolato a ridosso della staccionata nacque un piccolo alberello.
Col passare del tempo, mentre i suoi fratelli cresceano sani e forti, egli era oscurato dall'ombra della staccionata, per cui crebbe striminzito, emetteva solamente poche foglie e mai frutti.
Vide questo misero pesco una pianta di ciliegie poco al di là della staccionata che era stata piantata in una terra povera, e quindi rischiava di crescere male come lui, e fu affranto nel sapere che anche ad altri toccava la sua sorte.
Giunse un dì un giardiniere al di là della staccionata, mescolò la terra con nuovo umus, e si prese cura di quella piantina finchè non cominciò anch'essa a crescere rigogliosa.
Il pesco allora si fece forza, e ogni giorno pazientemente aspettò il suo giardiniere per poter crescere anch'esso. Ma il tempo passava, e nessuno giungeva, i rami si facevano sempre più secchi e le foglie stanche.
Ormai giunto al limite della sua esistenza, vide passare un vecchio nel giardino, che passeggiava osservando quali pesche raccogliere. Il vecchio vide il piccolo pesco, si avvicinò ad esso, e strappò senza esitazione i suoi rami lasciandolo poco più che uno stelo verticale.
-Perchè torturi proprio me, o uomo crudele, che già tanto ho patito nella vita?- urlò il pesco.
-Vi sono due modi per veder una pianta vivere, darle amore oppure potarla quando ne ha bisogno. A te mai amore è stato donato, quindi non puoi che scegliere l'altra via- sussurrò l'umano.
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