martedì 28 settembre 2010

Il metro dell'utilità



Non è semplice parlarne, ci va quel non so che di cinismo assoluto, ma tolto il latente buonismo(che non mi si confà affatto) esistono in ogni società quelli che mi piace definire "parassiti esistenziali", ovvero quelle persone che nè hanno utilità nel collettivo nè si prodigano per averla, e inoltre attivamente arrecano danno a singoli o a gruppi per trarne beneficio.
Vediamo di distinguere questa feccia in categorie:
-i mantenuti, disoccupati che non cercano lavoro nè studiano poichè hanno alle spalle terzi supportanti, convinti che la fonte di reddito arriverà per sempre, perduranti della nullafacenza nei modi e negli atti.
-i mutuati, sfruttatori di finto malessere per godersi un po' di ferie pagate.
-gli scioperati, fruitori di dure battaglie sociali per fini ignobili quali starsene a casa, condividendo una protesta non loro.
-i famosi free rider, che vivono tutta la vita di espedienti.
-i vecchi arcigni, anziani che passano gli ultimi miseri anni della loro vita a rendere quella degli altri impossibile, perdurando nel loro odio e sfruttando la loro canuta condizione.
Sarebbe ben logica e produttiva la potatura finale di tali individui, permangono essi altrimenti un peso sociale non risolvibile, poichè il loro difetto non sta nella mancata opportunità, ma nella mancata voglia di averne una.
Diventeremmo forse più simili a macchine se non avessimo pietà dei degenerati? Personalmente spero ancora mi crescan dei bulloni.

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