sabato 21 maggio 2011
Gli Occhi del Vinto
6.19. Niente sonno, ormai non lo posseggo più. Le mani fanno male per il gelo, mille pugnali che trafiggono carne e muscoli, scavando in profondità.
Guardare nello specchio è catartico, il riflesso non rassomiglia in nulla al passato, ove si presentava con un sorriso beffardo, occhi vispi di un unico verde brillante, una persona che prende la vita e ne spreme i frutti.
Ora c'è un volto cupo, dalle vistose occhiaie, gli occhi grigi bassi a scorgere il terreno.
Questo è lo sguardo del vinto, l'individuo che sa di aver messo ogni singola parte di sè in quello che ha fatto, per vedere tutto spazzato via da un fato infausto e crudele. È quando tutto sembra perdere di colore e consistenza, e l'alba più bella non è diversa dal chiaro asfalto di vecchia data. È quando si vuole piangere a dirotto e urlare, ma non vi son più lacrime, e la voce non è che un sibilo inudibile.
Giacevo in quel letto che non era mio, e lei mi dava le spalle, dovevo solo accelerare sperando che qualche imprevisto terminasse tutto, ma dovevo fare in fretta perchè non avrei retto alla visione dell'alba, che avremmo dovuto goderci assieme.
Chiuse le finestre, e tirate le tende, la stanza è immersa nell'oscurità.
Silenzio e disperazione.
Vita…mi ha tradito ancora una volta
Accetto che alcune cose non cambieranno mai.
Ho lasciato le tue piccole menti ingrandire la mia agonia.
E mi ha lasciato con una dipendenza chimica per la sanità mentale.
Si, sto candendo…quanto a lungo finchè colpirò la terra?
Non posso dirti perché sto crollando.
Ti chiedi perché preferisco essere solo?
Ho davvero perduto il controllo?
Sto giungendo ad una fine
Ho capito ciò che potevo aver avuto.
Non posso dormire così prendo un respiro e mi nascondo dietro
La mia maschera più coraggiosa
Ammetto che ho perduto il controllo
Controllo perduto…
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