martedì 17 maggio 2011
Cain
Liberamente ispirato alla canzone Cain dei Tiamat
Percepisci con me il fardello, la penitenza che Lui ci ha affibbiato, poichè è solo questo l'importante, l'oscura consapevolezza di saperci presenti e maledetti, attorniati da una trista aura di malinconia, alla ricerca di qualcosa che sia più che terreno da far nostro, condividendo con esso eoni di silenzio mentre il sole cala ancora.
Questo è il rumore del nulla, in cui l'udito si sensibilizza a tal punto che il più piccolo rumore, il più flebile respiro diventan grida assordanti, impossibili da ignorare, e costringono a seguirli nell'illusioni del divenire. Forse è per questo che perseveriamo nel fallimento, crogiolandoci nel nostro dolore, perchè altro non sappiamo fare, cercando ogni giorno qualcosa che ci riscaldi almeno per un istante perchè di più non resisterebbe al contatto, qualcosa di semplice che non ci dia niente più di pace e armonia, che senta ancora il profumo della vita sapendone trarre i giusti frutti, cose che noi abbiamo ormai dimenticato o solamente ignorato troppo a lungo.
Non v'è altro che paura in quegli occhi, in quel prezioso volto, mentre il verde dei miei s'è perso in un grigio glaciale, e le nere pozze iridee si aprono godendo nel piacere della notte e della presenza di umanità, e quei seni perfetti si muovono affannosamente in un respiro forzato, quando non vorrei fare altro che riposare su di essi come placido infante.
Se io vado tu mi seguirai
Tra le crepe e i vuoti?
E io sarei il tuo Caino
Se tu fossi qui ora.
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