sabato 5 marzo 2011

Serata all'artemisia

C'è forse sensazione migliore del calore diffuso provocato dalla degustazione di un bicchiere d'assenzio, preparato secondo rito classico, e bevuto composti tra persone dello stesso lignaggio?
Quel fantastico stillicidio quando l'acqua ghiacciata cade sulla zolletta, innaffia il gotico cucchiato forato, e lenta si unisce al verde finchè la bevanda non è louche, permettendo a ogni singola erba di uniformarsi in quello che altrimenti sarebbe il festival dell'anice.
Il primo assaggio, che riempie bocca e nari di aromi unici, lasciando che un piccolo fremito di godimento si espanda lungo la spina dorsale.
Bere lentamente, contemplando come il calore si espande alle dita, le gote arrossiscono e la mente si apre, creativa.
La leggera delusione quando il bicchiere finisce, dimenticata nella consapevolezza che sarà concesso ancora un assaggio.

Un peccato che non fossimo in un cafè-concert in mezzo a un gruppo di intellettuali di un certo livello, ma a parte alcune eccezioni in un baretto dove la legge vigente era l'avvinazzarsi random, la quale ovviamente produce relitti di umanità e parodie non indifferenti, sopportabili solo da pochi eletti troppo sobri o troppo ubriachi per badarci.
Mi mancano un po' certi ambienti di crescita, c'è troppo degrado.

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