Sono momenti di indecisione per le persone che non si definiscono "di sinistra" ma che posseggono ancora una mente autonoma.
Ma cos'è la destra? Ci sono così tante correnti di pensiero che una definizione ufficiale e certificata politologicamente è impossibile, quindi proverò a definire una mia teoria esule da influenze partitiche e limpida come la politica non può essere, uno schema di "destra illuminata" che forse non sarà così umanitario, così condivisibile, ma che spiega bene o male una via alternativa all'odierna feccia pseudodestroide.
Premetto che è un'idea separata da qualsiasi terreno standard, e quindi dall'umana natura tendente alla cupidigia monetaria e di potere.
-Legalità: punto fondamentale, senza legalità e ordine la popolazione è allo sbaraglio. La libertà è poter fare quel che si vuole nei limiti della legge, sottolineando che nessun comportamento è ritenuto illegale se non è dannoso per gli altri individui.
-Rigore: nessun trucco, nessun inganno, quel che si dice è quel che è, e ogni azione va mostrata nei minimi suoi termini per esser limpida (correlato al punto legalità).
-Oligarchia: la democrazia non è un governo ottimale, poichè la decisione di una maggioranza non sempre è quella che più giova a uno Stato, anzi spesso è il contrario in quanto la popolazione raramente è informata sui massimi sistemi di una nazione. Si propone quindi un'oligarchia illuminata, composta dai massimi esponenti della conoscenza dei vari campi, in modo che abbiano la competenza massima di poter decidere per i cittadini.
-Severità: se si pone che gli oligarchi abbiano preso la migliore decisione possibile, ogni trasgressione alla decisione è punita con assoluta severità per tutelare l'ordine.
-Laicità: ogni bene che in precedenza possiede qualsiasi tipo di culto viene confiscato e passa sotto l'amministrazione della nazione, che ne usufruirà come meglio ritiene, preservando comunque edifici adibiti al culto qualsiasi.
-Famiglia: rimosso il normale concetto cristiano di famiglia e riconsiderato come minimo nucleo sociale composto da due o più individui qualsiasi.
In massima, senza concernere il troppo specifico, questa è l'idea, condivisibile o meno, ma ai miei occhi brillante e irriverente.
Questa, come tante altre possibili teorie di una destra alternativa, sono impotenti quando esistono fazioni politiche, in quanto si punta al circuire l'elettore, e non a mostrare un programma ben delineato e chiaro.
E giustamente può accadere che sebbene si stia ufficialmente dalla stessa "parte" politica (come se effettivamente esistessero davvero destra e sinistra del mondo) ci siano forti contrasti.
Prendiamo come esempio l'Italia, viene facile capire come una purtroppo minima parte di autodefinitesi destristi siano contrari all'attuale governo. Essi però non hanno alcun modo di esser presi in considerazione, vengono rinnegati dalla destra governativa e sono costretti ad appoggiarsi a gruppi di sinistra al fine di avere una voce in capitolo.
Ecco la fine che un destrista fa quando ha idee differenti, diventa di sinistra.
martedì 30 novembre 2010
La Sezione Aurea
Momento di cultura in cui non potevo far migliori riferimenti se non postando questo link
http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
mercoledì 24 novembre 2010
Toh una poesia sul giornale...
Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo
(Anne Sexton)
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume, l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo
(Anne Sexton)
lunedì 22 novembre 2010
Storia di un pesco
In un giardino pieno di alberi di pesco grandi e rigogliosi, da un frutto rotolato a ridosso della staccionata nacque un piccolo alberello.
Col passare del tempo, mentre i suoi fratelli cresceano sani e forti, egli era oscurato dall'ombra della staccionata, per cui crebbe striminzito, emetteva solamente poche foglie e mai frutti.
Vide questo misero pesco una pianta di ciliegie poco al di là della staccionata che era stata piantata in una terra povera, e quindi rischiava di crescere male come lui, e fu affranto nel sapere che anche ad altri toccava la sua sorte.
Giunse un dì un giardiniere al di là della staccionata, mescolò la terra con nuovo umus, e si prese cura di quella piantina finchè non cominciò anch'essa a crescere rigogliosa.
Il pesco allora si fece forza, e ogni giorno pazientemente aspettò il suo giardiniere per poter crescere anch'esso. Ma il tempo passava, e nessuno giungeva, i rami si facevano sempre più secchi e le foglie stanche.
Ormai giunto al limite della sua esistenza, vide passare un vecchio nel giardino, che passeggiava osservando quali pesche raccogliere. Il vecchio vide il piccolo pesco, si avvicinò ad esso, e strappò senza esitazione i suoi rami lasciandolo poco più che uno stelo verticale.
-Perchè torturi proprio me, o uomo crudele, che già tanto ho patito nella vita?- urlò il pesco.
-Vi sono due modi per veder una pianta vivere, darle amore oppure potarla quando ne ha bisogno. A te mai amore è stato donato, quindi non puoi che scegliere l'altra via- sussurrò l'umano.
Col passare del tempo, mentre i suoi fratelli cresceano sani e forti, egli era oscurato dall'ombra della staccionata, per cui crebbe striminzito, emetteva solamente poche foglie e mai frutti.
Vide questo misero pesco una pianta di ciliegie poco al di là della staccionata che era stata piantata in una terra povera, e quindi rischiava di crescere male come lui, e fu affranto nel sapere che anche ad altri toccava la sua sorte.
Giunse un dì un giardiniere al di là della staccionata, mescolò la terra con nuovo umus, e si prese cura di quella piantina finchè non cominciò anch'essa a crescere rigogliosa.
Il pesco allora si fece forza, e ogni giorno pazientemente aspettò il suo giardiniere per poter crescere anch'esso. Ma il tempo passava, e nessuno giungeva, i rami si facevano sempre più secchi e le foglie stanche.
Ormai giunto al limite della sua esistenza, vide passare un vecchio nel giardino, che passeggiava osservando quali pesche raccogliere. Il vecchio vide il piccolo pesco, si avvicinò ad esso, e strappò senza esitazione i suoi rami lasciandolo poco più che uno stelo verticale.
-Perchè torturi proprio me, o uomo crudele, che già tanto ho patito nella vita?- urlò il pesco.
-Vi sono due modi per veder una pianta vivere, darle amore oppure potarla quando ne ha bisogno. A te mai amore è stato donato, quindi non puoi che scegliere l'altra via- sussurrò l'umano.
sabato 20 novembre 2010
Ma in fondo, è colpa nostra...
Quando l'ispirazione manca è un bel problema, ne stavo giusto riflettendo un momento fa, poi imporovvisamente son stato bombardato da una rivelazione correlata a una femminea discussione.
Let's go:
Tutti gli uomini parlano di mistiche entità femminee con i genitali composti dai più svariati materiali, dal legno all'oro, indicando in ogni caso una femmina che approfitta del proprio status di donna per attuare comportamenti fastidiosi di vario genere.
Si ipotizza che sian viziate, o che sia frutto dell'emancipazione. Trasversalmente vero, ma non è il punto focale.
La colpa? Di noi ometti naturalmente, così bramosi del materiale legnoso od aureo che loro posseggono da permetter che il loro atteggiamento sia strafottente e ignobile.
Pensiamo a fondo, se quando tradiscono noi le abbandonassimo diffondendo il verbo della loro meretricità, potrebbero giustificarsi tra di loro, ma nessun uomo ci andrebbe assieme.
Se piuttosto che subire soprannomi umilianti (in pubblico, le tenerezze in privato va bene) ci impuntassimo dicendo che non ne vogliam sapere, non ce li darebbero.
Se quando ci dicono quel che dovremo indossare/dire/fare noi le dicessimo "o ti va bene così, o quella è la porta", non lo farebbero.
Crudele è un discorso del genere, ma ho sempre sostenuto l'onanismo piuttosto che l'infelicità.
Let's go:
Tutti gli uomini parlano di mistiche entità femminee con i genitali composti dai più svariati materiali, dal legno all'oro, indicando in ogni caso una femmina che approfitta del proprio status di donna per attuare comportamenti fastidiosi di vario genere.
Si ipotizza che sian viziate, o che sia frutto dell'emancipazione. Trasversalmente vero, ma non è il punto focale.
La colpa? Di noi ometti naturalmente, così bramosi del materiale legnoso od aureo che loro posseggono da permetter che il loro atteggiamento sia strafottente e ignobile.
Pensiamo a fondo, se quando tradiscono noi le abbandonassimo diffondendo il verbo della loro meretricità, potrebbero giustificarsi tra di loro, ma nessun uomo ci andrebbe assieme.
Se piuttosto che subire soprannomi umilianti (in pubblico, le tenerezze in privato va bene) ci impuntassimo dicendo che non ne vogliam sapere, non ce li darebbero.
Se quando ci dicono quel che dovremo indossare/dire/fare noi le dicessimo "o ti va bene così, o quella è la porta", non lo farebbero.
Crudele è un discorso del genere, ma ho sempre sostenuto l'onanismo piuttosto che l'infelicità.
venerdì 19 novembre 2010
Questioni di importanza
Per quanto si possa tentare di evitarlo, non ci possiamo esimere al 100% di dare importanza a cose e persone, nemmeno col massimo impegno.
Inevitabile se si vive è di rapportarsi con qualcos'altro, o qualcun altro, e quindi creare delle situazioni in cui una qualche sorta di legame accresce il suo valore. Che sia un oggetto prezioso, un lavoro d'impegno, o una persona piacevole, se si continua a trarre piacere da questi inevitabilmente ne si diventa in minima parte succubi, e quindi deboli su quel fronte.
Non è la prima guerra mondiale, non è un combattimento in trincea, dal 1938 esiste la guerra di movimento, e quando i fronti sono mobili la loro fragilità è manna per il nemico.
Insegnan i buoni strateghi che non è così importante se un fronte minore viene preso, quanto che i punti focali rimangano ben protetti.
Inevitabile se si vive è di rapportarsi con qualcos'altro, o qualcun altro, e quindi creare delle situazioni in cui una qualche sorta di legame accresce il suo valore. Che sia un oggetto prezioso, un lavoro d'impegno, o una persona piacevole, se si continua a trarre piacere da questi inevitabilmente ne si diventa in minima parte succubi, e quindi deboli su quel fronte.
Non è la prima guerra mondiale, non è un combattimento in trincea, dal 1938 esiste la guerra di movimento, e quando i fronti sono mobili la loro fragilità è manna per il nemico.
Insegnan i buoni strateghi che non è così importante se un fronte minore viene preso, quanto che i punti focali rimangano ben protetti.
domenica 14 novembre 2010
Alcool vs Me 01
Eran circa le 20.30 quando la parola Bowling venne alle mie orecchie digitali, e la sensazione che provai fu circa quella di uno schiaffo con la mano piena di guano.
Dio, io adorerei il bowling se non ci fosse nessuno, e se in silenzio io potessi concedermi il lusso di far rotolare quelle pesanti sfere fino ai birilli, ma la muta di peggiopersone presenti, insomma la sagra del tamarro, mi fanno rigetto esistenziale.
Indi soluzione B, meglio routine che disgusto in una giornata che non va.
2 Limon, A@ucar, Cafè y Pampero; un Brasilian Night e uno Jagermeister.
Sarà che quel che ho bevuto mi piaceva tanto, ma quel che è sorto è stata una percezione allegra, insolita nei miei stati alterati, e via immergersi nella sagra dell'amore spoilerato con l'impermeabile di alcool.
Dissi a una persona che si stava fossilizzando, mi diede ragione, e alla mezza andò a casa a diventare un trilobita.
Insomma, quella corda di canapa non è neanche servita.
Dio, io adorerei il bowling se non ci fosse nessuno, e se in silenzio io potessi concedermi il lusso di far rotolare quelle pesanti sfere fino ai birilli, ma la muta di peggiopersone presenti, insomma la sagra del tamarro, mi fanno rigetto esistenziale.
Indi soluzione B, meglio routine che disgusto in una giornata che non va.
2 Limon, A@ucar, Cafè y Pampero; un Brasilian Night e uno Jagermeister.
Sarà che quel che ho bevuto mi piaceva tanto, ma quel che è sorto è stata una percezione allegra, insolita nei miei stati alterati, e via immergersi nella sagra dell'amore spoilerato con l'impermeabile di alcool.
Dissi a una persona che si stava fossilizzando, mi diede ragione, e alla mezza andò a casa a diventare un trilobita.
Insomma, quella corda di canapa non è neanche servita.
lunedì 8 novembre 2010
Bore
[...]in fondo, per capire la mia esatta direzione mentale, basta sostituire a tutte le parole che fan riferimento a sentimenti la parola NOIA [...]
martedì 2 novembre 2010
Apologia della donna-pesce
Era la Giocafossano di un paio d'anni fa, era sera. Io Gott e Simo eravam distesi sulla mia coperta militare in mezzo all'erba, ubriachi di Duchesse du Borgogne e in preda a fumarci un signor sigaro Garibaldi. fu così che Gott mi disse "Hey Ozzy, ma secondo te è meglio la sirenetta classica o una donna con il busto di pesce e le gambe di una donna?". Alche ci pensai, e a breve risposi "Io voto per la donna-pesce" scatenando l'ilarità generale.
Risorge oggi nell'aula 4 di Palazzo Campana a Torino tal discorso, e allora via, al supporto delle mie teorie:
-Futurama docet, non si può copulare con la sirenetta mentre una donna pesce è provvista dei consoni pertugi.
-La donna-pesce è muta, e può esprimersi solamente a gesti.
-Con la donna-pesce si può formare una famiglia.
-La donna-pesce ha una locomozione autonoma invece di strisciare sporcando casa.
-La donna-pesce batte il cinque benissimo con le pinne.
-La donna pesce eccelle data la sua locomozione nelle faccende di casa, e se mette i piatti da lavare più metter la testa nel lavandino per piluccare gli avanzi.
-La donna-pesce mangia poco e in maniera economica dato il suo apparato digerente, ma avendo il colon come un'umana espelle pochissimo data la sua alimentazione.
-La donna-pesce non ti chiederà mai di capire i suoi occhi o il suo viso, non è in grado di utilizzare i muscoli facciali.
-La donna-pesce difficilmente troverà qualcuno con cui tradirti.
-Non importa quanto sia grosso il tuo pene, la donna-pesce non è mai sazia di vermi.
-Non devi comprare gioielli alla donna-pesce, non le stanno addosso.
-Puoi avere il letto tutto per te dopo il sesso, la donna-pesce dorme nella vasca da bagno.
c.v.d.
Risorge oggi nell'aula 4 di Palazzo Campana a Torino tal discorso, e allora via, al supporto delle mie teorie:
-Futurama docet, non si può copulare con la sirenetta mentre una donna pesce è provvista dei consoni pertugi.
-La donna-pesce è muta, e può esprimersi solamente a gesti.
-Con la donna-pesce si può formare una famiglia.
-La donna-pesce ha una locomozione autonoma invece di strisciare sporcando casa.
-La donna-pesce batte il cinque benissimo con le pinne.
-La donna pesce eccelle data la sua locomozione nelle faccende di casa, e se mette i piatti da lavare più metter la testa nel lavandino per piluccare gli avanzi.
-La donna-pesce mangia poco e in maniera economica dato il suo apparato digerente, ma avendo il colon come un'umana espelle pochissimo data la sua alimentazione.
-La donna-pesce non ti chiederà mai di capire i suoi occhi o il suo viso, non è in grado di utilizzare i muscoli facciali.
-La donna-pesce difficilmente troverà qualcuno con cui tradirti.
-Non importa quanto sia grosso il tuo pene, la donna-pesce non è mai sazia di vermi.
-Non devi comprare gioielli alla donna-pesce, non le stanno addosso.
-Puoi avere il letto tutto per te dopo il sesso, la donna-pesce dorme nella vasca da bagno.
c.v.d.
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