martedì 8 febbraio 2011

Apologia di reato

Quanto fiato sprechiamo ogni giorno vedendo il telegiornale, quante parole lasciate al vento facciamo commentando disgustati lo schifo che questa classe politica sta portando all'Italia.
Ma cosa siamo disposti a fare per rimediare?
Siamo italiani, quindi la feccia dell'universo, così abituati ad essere vessati che accettiamo qualsiasi sopruso, facendo poi gli intellettuali criticando il ventennio o qualsiasi altro governo "non democratico".
Può piacere o non piacere la democrazia, a me non piace, perchè a questo letame ci ha portato, ma forse è solo tutto l'insieme che è sbagliato. Il fulcro di tutto l'errore che vige con costanza nella mentalità dell'italianetto è "Non è un problema mio", così turpe ed egoista da attirare acqua al suo mulino lasciando morire gli altri, sapendo guardare solo all'immediato, e non capendo come uno stupido animale che in un organico come il nostro se una parte muore le altre le sono direttamente conseguenti.
Questa democrazia non è sinonimo di libertà, poichè è l'annullamento delle minoranze che tengono in piedi un Paese di imbecilli.
Certo, se si parla di democrazia si esagera ancora, poichè il popolo non sta governando questo Paese, ma sta dando voti (ponendo certo che esista il sistema elettorale) a della gente senza alcun ritegno, che ben sa di essere al di sopra non solo della legge, ma di qualsiasi regola morale e di fiducia rispetto all'elettorato, permettendosi non solo di inculare a sangue delle minorenni (eh si, il bunga bunga è questo), ma di cambiare partito politico nonostante la fiducia ricevuta, evitare perfino di considerare il giorno dell'Unità d'Italia "perchè siamo in crisi".
Enunciava Tocqueville, arcinoto filosofo politico e storico dell'Ottocento: .
Eccoci qua, uno specchio tricolore macchiato dal letame che siamo.
Che accade quando un'oligarchia vessa il cittadino? Quando le sue libertà fondamentali sono lese? Quando il suo futuro è disintegrato?
A casa mia si combatte, con manifestazioni diffuse e unite (non come gli studenti di Torino, un terzo di manifestanti su tutto il popolo studentesco, feccia schifosa).
E se il governo ti ignora? Oh beh, in tal caso non potrei che essere d'accordo e partecipe con i metodi più abietti e terrificanti esistenti di rivolta.
IN BRAIN WE TRUST

1 commento:

  1. se era rivolto ai manifestanti generici di Torino (ma suppongo anche altrove) grazie della feccia- a volte lo penso pure io.

    Poi dici bene: la democrazia, nel senso idealizzato in cui si intende spesso, non si è ancora dato in nessun paese del mondo. Figuriamoci in Italia ogggi.
    Sarebbe una cosetta simpatica, la democrazia- temo non molto meno ideologica del comunismo o dell'anarchia o di Atlantide o del sesso libero. Ma è ovvio che il potere non è di tutti, non in parti uguali almeno- e il trucco per mantenerlo è non renderlo così evidente.

    Non credo che mi convincerai mai che un accesso di violenza basti a risolvere i problemi dell'Italia: ci vuol davvero poco, fatto fuori Berlusconi, a trovare un altro stronzo psicolabile che ne prenda il posto.
    Ciò detto, ultimamente mi sto convincendo del fatto che un po' di sana "disobbedienza civile"- se necessaria anche nelle sue forme più "sbrigative"- potrebbe avere la sua porca parte nel tentativo di fare "piazza pulita".

    RispondiElimina